Depietri un anno dopo l'elezione a segretaria: il Pd di Carpi con Schlein? Aperto ai giovani e capace di interpretare la città che cambia

Prima Segretaria nativa Pd eletta giusto un anno fa, già consigliera comunale per due mandati, uno dei quali da indipendente, e assessore dal 2014 al 2019, Daniela Depietri prima di nascere all'impegno politico come componente della Commissione Pari opportunità, si è occupata per un quarto di secolo del recupero crediti per conto delle aziende socie dell'Aia, la storica Associazione degli Imprenditori dell'Abbigliamento di Carpi fondata nel 1959. E quando le si chieda quanto sia difficile l'impresa di recuperarlo, il credito, al Pd di Carpi, da buona contabile va subito al concreto: «Non abbiamo un soldo, ma neppure debiti. Le Case del Popolo? Rientrano nel patrimonio immobiliare della Fondazione Diesse di Ugo Sposetti che lo sta usando per ripianare un antico disavanzo. Anche la sede di via Don Albertario è in affitto dalla Fondazione. No, noi si vive di tesseramento e Feste dell'Unità, sono l'unica risorsa: anche per recuperare il credito politico, mi creda, occorrono risorse finanziarie».

 

 

La politica costa, si sa. Ma è un gioco divertente: per esempio, che umore prevale in un Pd che si ritrova una Segretaria nazionale come Elly Schlein che a Carpi ha perso da Stefano Bonaccini sia fra gli iscritti che fra gli elettori? E chi sono gli schleiniani, qui da noi?

«Bisogna ascoltare i giovani: sono loro. Un noto medico mi diceva di aver votato Schlein, perché i suoi figli gli hanno detto che parlava la loro lingua. C'è un problema di comunicazione, nel Pd, e di un cambiamento che Schlein ha interpretato. Poi, è chiaro, dovrà dimostrarlo con i fatti»

Ma non è un po' schizofrenica, questa situazione? Maggioranza per Bonaccini a Carpi, ma guidati a Roma dalla sua controparte congressuale...

«Domenica mattina la dedichiamo al tesseramento e ho già informazioni che mi permettono di dire che gli iscritti aumenteranno. E questo è un segnale del cambiamento portato da Schlein. Se vuole, questo di più di adesioni ha sempre accompagnato la nomina di un nuovo Segretario, è accaduto anche con Enrico Letta. Ma questa volta vedo anche tanta voglia di discutere, magari in chat. E non c'è la sensazione che qualcuno voglia andarsene»

Da parte di chi lo temeva?

«E' chiaro che si pensa al riformismo moderato che guarda al centro e si ritrova in particolare nel mondo cattolico. Sono venuti anche loro all'incontro “Unità e cambiamento” organizzato dal Pd a Modena il 30 marzo scorso: hanno incontrato Schlein e hanno scambiato qualche parola con lei. In un primo tempo ho pensato anche io che fosse troppo divisiva: ma la nostra gente dà sempre una chance»

La vostra gente, però, è quella più affezionata a Bonaccini...

«E' da fuori che si dà fin troppa importanza a questo, arrivando a costruirci su delle favole. Dentro il partito, invece, si parla, si discute e alla fine si lavora per lo stesso obiettivo che resta il 2024»

Nel senso di Europee o Amministrative?

«Entrambe: la preoccupazione per il 2024 ce l'abbiamo tutti, tant'è che abbiamo incominciato ora a lavorarci»

Sarebbe il momento di parlare di candidature: un tempo si cominciava molto prima. E ammetterà che è una partita apertissima

«Ci siamo assegnati un percorso da compiere, fatto di incontri con le parti sociali, con i nostri alleati in coalizione. E anche con l'area di centro, Azione, Italia Viva e Carpi Futura, perché credo che questo percorso passi attraverso la conoscenza della città, le sue aspettative per il futuro, quel che pensa la gente. Poi abbiamo l'opportunità delle Primarie che io vedo di coalizione perché il futuro Sindaco deve esserlo di tutti»

Servono anche in caso di eccessivo affollamento di candidature, visto che l'unica che avrebbe chiuso ogni discussione sarebbe stata quella di Manuela Ghizzoni che però ha detto "no grazie”

«L'affollamento può complicare le cose, è indubbio, ma può anche essere un bene, perché sarebbe un segnale di quella democrazia che noi portiamo anche nel nome. La scelta passerà anche per tavoli tematici, perché è importante che emerga chi sa fare le cose e non possiamo improvvisare. Siamo una città di 70mila abitanti, con richieste diverse da ceti e anche da parti diverse del territorio. Ci affideremo a qualcuno del mestiere, che li sappia condurre e gestire, questi tavoli»

Un esterno? Ma non è come ammettere di non avere classe dirigente?

«No, una classe dirigente, anche qualificata da noi esiste. Avremo la possibilità di mettere in campo davvero dei bei nomi, in grado di interpretare il nostro bisogno di aprirci, dando spazio a qualcuno che veda le cose diversamente, con uno sguardo meno vecchio e sappia cogliere meglio la città. Abbiamo bisogno di farli bene, i tavoli di approfondimento: per questo ci faremo aiutare. Di recente, per esempio, abbiamo ospitato un corso sulla comunicazione che è stato molto partecipato e anche utile»

Che cosa avete imparato, in particolare?

«Che qualche volta è meglio tacere. Togliere, cioè, piuttosto che aggiungere. E che non puoi non tener conto del mondo in cui vivi e delle tue reali capacità»

Insomma, non mi vuol dire i candidati e gli autocandidati...

«Posso dirle che non mancano. E che le donne, a parte qualche caso, sono più restie, ritenendosi meno adeguate. Cosa che invece non succede agli uomini che avanzano la loro candidatura: non ne ho mai incontrato uno che ammettesse di non sentirsi all'altezza».