Diocesi: il punto sulla ricostruzione e sul confronto in atto per la gestione del patrimonio immobiliare

Nell'annunciare l'iniziativa "Cantieri aperti” che, in coincidenza con l'anniversario del sisma del 2012, nei sabati 1 e 15 giugno permetterà di visitare i cantieri di alcune chiese della Bassa, la Diocesi fa il consueto punto sulla ricostruzione in corso, affidata all'architetto Sandra Losi, direttore dell'Ufficio diocesano Patrimonio immobiliare. La comunicazione riguarda in particolare edifici religiosi dell'a zona nord del territorio diocesano, mentre per quanto riguarda l'area dell'Unione, e in particolare Carpi e Novi, si apprende che è all'esame della struttura commissariale della Regione il progetto esecutivo per il Seminario vescovile, dopo di che si potranno appaltare i lavori. E' ancora ferma alla autorizzazione della prima fase progettuale, invece, la ricostruzione della chiesa di San Martino Secchia. Stanno infine per essere appaltati i lavori per il campanile di Rovereto, mentre il resto della chiesa sarà soggetto a ulteriori lavori di messa in sicurezza per poter eseguire sondaggi e approfondimenti necessari a completare il progetto di restauro. Tempi lunghi, dunque, per la chiesa della frazione. segue

 

 

Al di là dei problemi legati alla ricostruzione, le scelte immobiliari della Diocesi continuano a mantenere vivo il confronto, affiorato perfino sulle colonne del settimanale Notizie, tra il Vicario generale e una parte del Consiglio presbiterale, ma che ora parrebbe ora calato in un clima più disteso rispetto a qualche settimana fa. Accantonate per ora le discussioni sul che fare del complesso che ospita la Cooperativa Nazareno e del Seminario, gravato anche dalla questione dei rapporti con la residenza Prima Rosa, il dibattito riguarderebbe ora soprattutto la sorte dell'ex monastero delle Clarisse Cappuccine di via Trento Trieste. Per il complesso monastico la Federazione dell'Ordine con sede a Fiera di Primiero e che ne detiene la proprietà avrebbe sì assegnato alla Diocesi una priorità a un prezzo ritenuto di favore per l'eventuale cessione, ma per un tempo limitato a qualche mese. E dal Collegio presbiterale emergono posizioni contrarie a quello che viene considerato un passo troppo azzardato, per una Curia alla quale già l'attuale patrimonio immobiliare sta ponendo non pochi problemi. Per controbattere a questa posizione di prudenza, tuttavia, non sono state messe ancora in campo idee di utilizzo dell'immobile che possano condurre prima o poi a un progetto di fattibilità tecnica ed economica.