“Dopo anni di latitanza e ritardi da parte delle autorità, (cui va aggiunta la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Modena che aveva condannato Aipo al risarcimento di tutti i danni subiti da una famiglia di Bastiglia, a causa dell’alluvione del fiume Secchia del 2014), si corre ai ripari ma in modo disorganizzato e sproporzionato, procedendo a un disboscamento selvaggio e sproporzionato. La Regione deve intervenire”. Il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, interroga la Giunta di via Aldo Moro sulle problematiche riguardanti gli interventi nella Cassa di espansione del fiume Secchia per fare chiarezza sull'attuazione dei lavori, finanziati con fondi Pnrr e Next Generation Eu e che hanno sollevato preoccupazioni ambientali e polemiche tra comitati e ambientalisti locali.
“L’intervento previsto, del valore complessivo di 27 milioni di euro e destinato a rafforzare la sicurezza idraulica del nodo di Modena – ha visto il taglio di circa 50 ettari di foresta fluviale nella Riserva naturale e nel sito rete Natura 2000. Un disboscamento massiccio che – secondo Bargi – rappresenta un intervento sproporzionato, rispetto all’effettivo contributo di questo primo lotto di lavori alla sicurezza idraulica del Secchia”. “Non mettiamo in discussione la necessità di mettere in sicurezza il territorio e tutelare le comunità locali, ma gli interventi devono essere proporzionati – prosegue il consigliere regionale –: il disboscamento effettuato è esagerato, soprattutto considerando che il rafforzamento idraulico riguarda solo piene medie (TR50), non le piene grandi (TR200), che rappresentano il vero rischio per il territorio”.
“Dopo le proteste degli ambientalisti e la sospensione degli eventi da parte del gestore della riserva, l’Ente parchi Emilia centrale, Bargi sottolinea la necessità di accertare “l’aderenza degli interventi al progetto originario”. “Ho chiesto alla Giunta – spiega - di verificare se siano state rispettate le prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale (Via) e di chiarire di chi siano le responsabilità in caso di violazioni”. “Inoltre, – si legge nell'atto ispettivo presentato dal leghista - i lotti 2 e 3 dei lavori, che sono quelli determinanti per garantire la sicurezza idraulica dell'area, non hanno ancora una data certa di avvio: mi chiedo quando potremo vederli realizzati, perché a questo ritmo si rischia di dover attendere all'infinito”. Bargi conclude ribadendo che “la difesa dell’uomo e della sua sicurezza viene prima di tutto, ma questo non giustifica interventi frettolosi e mal pianificati. Dopo anni di inerzia – conclude il leghista – sembra che ora si voglia correre a dimostrare ciò che non è stato fatto nei dieci anni di mandato di Bonaccini, ma non possiamo accettare che tutto questo avvenga a discapito dell’ambiente e della sicurezza del territorio”.