Facchini, osservatorio Disvetro, sulle scosse: ''Stessa dorsale, ma altra provenienza rispetto al 2012''

Fra i primi a rilevare le scosse telluriche che hanno fatto tremare le nostre case la scorsa serata, è stato proprio il “velocimetro a tre assi” meglio conosciuto come sismografo per la misurazione dei terremoti costantemente collegato con la Rete Sismica Nazionale INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) di Roma, installato presso l’Osservatorio astronomico “Geminiano Montanari” di Disvetro da una decina d’anni.

Tutti hanno subito ricollegato i terremoti che hanno straziato le nostre zone nel maggio 2012 a quelli avvenuti mercoledì sera ma, in realtà, hanno una provenienza diversa, come spiega Mauro Facchini (nella foto), presidente dell’associazione che gestisce l’Osservatorio: «I terremoti di dieci anni fa sono arrivati dall’Arco di Modena e Mirandola mentre quelli di ieri sera sono arrivati da quello di Correggio: entrambi fanno comunque parte della catena montuosa sotterranea nota come dorsale ferrarese. È una stessa zona sismica ma spezzetta: non si può pertanto stabilire un nesso con le scosse avvenute nel 2012, perché queste arrivano da altri punti».

 

Il velocimetro a tre assi presente all’Osservatorio è uno dei tanti situati in Emilia Romagna, è perfettamente funzionante, misura gli spostamenti a nord, sud, est, ovest e in verticale, è in grado di registrare eventi sismici non a lunghissimo raggio però svolge un servizio molto importante. Collegato ventiquattr'ore su ventiquattro con la Rete Sismica Nazionale INGV di Roma, il suo segnale è arrivato nemmeno due secondi dopo, giusto il tempo fisico che l’onda si propagasse da dove è avvenuto il sisma al luogo in cui si trovano gli strumenti. Quindi, insieme a tutti gli altri, ha consentito all’INGV di identificare la zona precisa in cuisi è verificato l’evento e il territorio, sia come località che come profondità.