Furti in serie nei garage del comparto sud ovest. La donazione delle lettere De Benedetti dal Campo di Fossoli

Un colonnino di spalla della Gazzetta e un servizio a fondo pagina del Carlino sono dedicati oggi all'incredibile sequenza di furti verificatisi la notte scorsa in una ventina di garage del quartiere compreso tra via Londra, via Vienna e via Praga. La tecnica è sempre la stessa: studio attento dei movimenti dei condòmini probabilmente affidato a un “palo”, ingresso nelle autorimesse sotterranee, pratica di un foro sulle serrande per studiare l'interno forse con una piccola telecamera e, quando si è ritenuto che ne valesse la pena, forzatura dell'ingresso e razzia. Sono state portate via biciclette, salumi, caschi da motociclista, vino, birra, per di più, lasciando un segno, per comunicare dire che lì il lavoro era stato completato: il che fa supporre, sottolineano le cronache, che il tutto sia opera di una banda organizzata.

 

 

 

E' stato, fra gli internati di Fossoli, uno di quelli che forse vi ha soggiornato di più: 8 mesi, prima di essere deportato in un lager in Germania, da dove non è più tornato. Ieri c'è stata la consegna alla Fondazione Campo Fossoli da parte del nipote Filippo Biolè delle 170 lettere spedite alla moglie Armida da Bruno De Benedetti, medico genovese di origine ebraica arrestato nel dicembre 1943 mentre tentava di raggiungere la famiglia già espatriata in Svizzera. L'evento si prende le aperture di Carlino e Gazzetta, per l'emozione che quelle lettere trasmettono sul profondo legame affettivo che univa il prigioniero alla moglie, per i sentimenti ora di paura ora di speranza che vi traspaiono e per il valore di testimonianza che assumono sulla vita quotidiana del Campo, arricchendone così la conoscenza. Non sorprende dunque che Sindaco di Carpi, Presidente e Direttrice della Fondazione abbiano conferito particolare solennità all'evento, prendendo spunto da esso e dall'avvio dei lavori di recupero della struttura partiti in questi giorni, per lanciare la campagna "Salva la storia” di raccolta di altre testimonianze che ancora possano arrivare sulle tante vicende umane che si sono intrecciate intorno al Campo di via Remesina.