I bambini e il Covid. Claudio Chiossi, pediatra: vaccinazione raccomandata anche per la fascia 6-12 anni

I piccoli e il Covid: tema di strettissima attualità, anche a Carpi, alla luce del focolaio creatosi alla Don Milani e dello screening che sta portando alla luce sempre nuovi casi. Che cosa ne pensa un pediatra di lungo corso, carpigiano da tempo trasferito a Sassuolo come Claudio Chiossi? In pensione da un anno e mezzo, dopo essere stato Responsabile del modulo Patologie neonatali dell'Ospedale di Sassuolo, ci spiega: «Partiamo da un dato di fatto: anche i bambini si ammalano di Covid, tant'è che, mentre non se ne parla per i piccoli sotto i sei anni, l'Ema, per l'Europa, e l'Aifa per l'Italia, le due authority del farmaco, stanno valutando di introdurre il vaccino inoculato negli Stati Uniti alla fascia di età compresa tra i 6 e i 12 anni, che è uno Pfizer a un terzo del dosaggio praticato agli adulti». (segue)

 

A che livelli di gravità può arrivare il Covid per un bambino della fascia 6-12 anni?

«Questo è il secondo dato di fatto: i bambini si ammalano, ma con poche forme gravi. E' anche vero però che, come accade per gli adulti, anche per i bambini si riscontrano forme di Long Covid, una sintomatologia cioè prolungata che può protrarsi anche dopo la fase virale, manifestandosi con vari disturbi. Per questo la Società italiana di Pediatria raccomanda la vaccinazione di tutti i bambini di quella fascia di età. E la maggioranza dei colleghi è più che mai orientata a spingere in questo senso: la vaccinazione dei piccoli, del resto, non potrà che contribuire ad arginare la circolazione del virus anche fra gli adulti»

Ha parlato della maggioranza dei suoi colleghi...

«Sì, perché ci sono pediatri, diciamo così, tradizionalisti che sostengono che tanto i bambini ce la fanno, sono più attrezzati, che non sono in pericolo, mentre a vaccinarsi correrebbero dei rischi. La strada dovrebbe essere invece la vaccinazione, compresa quella delle donne in gravidanza: c'è un nesso tra la contrazione del Covid e il parto prematuro, non fosse che per la necessità di praticarlo, quando la mamma sia positiva, per evitare conseguenze anche sul neonato. Al contrario, favorire la vaccinazione in partenza, rafforzerà nel neonato gli anticorpi immunitari».