I sogni di Letizia dopo Masterchef: ''Fare della cucina uno strumento di abbattimento delle barriere''

''Mi hanno ferita di più alcune parole sui social che quelle degli chef, che sono lì per giudicare''

La corsa di Letizia Borri tra i fornelli di Masterchef (leggi qui) si è conclusa alla quarta serata del programma quando – dopo un immediato Pressure Test e un tecnicissimo Skill Test a tre livelli per di più gestito e giudicato anche da un ospite prestigioso e rigorosissimo come il visionario e innovatore chef Davide Scabin – i giudici-chef Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli hanno decretato la sua eliminazione. Un’eliminazione che per la venticinquenne carpigiana rappresenta la fine dell’avventura televisiva ma anche – auspica – l’inizio di un nuovo percorso.

 

Letizia, che esperienza è stata quella di Mastechef?

«Formativa, molto forte dal punto di vista emotivo, vivere tutta quella tensione a 360 gradi è stata molto dura per me. Sono una persona molto emotiva, mi lascio molto trasportare dalle emozioni, magari non sembra perché resto impassibile nello sguardo ma dentro ho un turbine. Ho capito che cucinare sotto pressione con quelle tempistiche non faceva per me, ma mi ha aperto gli occhi: vivo la cucina in modo differente. Sicuramente questa esperienza mi ha cambiata, mi sono conosciuta di più».

 

Dopo aver ricevuto i complimenti di Massari per il tuo dolce, la sera dell’eliminazione sei finita due volte al pressure test.

«Fare due pressure-test di fila è stato molto duro, la cosa che più mi dispiace è aver deluso e aver sbagliato il piatto. Ma non posso condannarmi perchè nella vita non tutto è perfetto, semplicemente sono umana e ho sbagliato».

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All’uscita, il concorrente Francesco ha ricordato ai giudici che di fronte si trovano prima delle persone e poi degli aspiranti cuochi. Che ne pensi?

«E’ stata una frase molto forte, con un grande significato che gli chef hanno accolto bene. Non è stata una frase negativa ma un bel messaggio. Con me gli chef sono sempre stati molto tranquilli, hanno fatto critiche giuste se ci sono stati errori, hanno spinto un po’ di più sulle critiche al mio piatto asiatico ma alla fine è una gara e siamo lì per essere messi alla prova. Piuttosto, ho letto tante cattiverie sui social senza alcun senso, attaccare persone in modo gratuito non è accettabile. Sono più i lettori e gli spettatori a doversi ricordare per primi che siamo esseri umani come loro e certi commenti fanno male. La gente non mi conosce attraverso uno schermo, siamo tutti imperfetti ed è importante riconoscere i propri errori ma poi finisce lì, non si può essere condannati a morte perché ho sbagliato la temperatura dell’olio della cotoletta. Sono l’opposto di come mi ha descritto qualcuno, mi voglio bene e certe cose che ho letto mi fanno soffrire».

 

Dall’esterno si nota però anche la nascita di legami di amicizia, e talvolta di rivalità, tra i concorrenti.

«Nel mio percorso in Masterchef ho conosciuto tante persone speciali, rapporti splendidi con alcuni che mi porto dietro tutt’ora».

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Chiuso questo capitolo, quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

«Durante il periodo Covid ho lasciato il mio lavoro nel sociale per dare una mano al reparto di terapia intensiva del Policlinico di Modena, ma poi sono tornata nel sociale riprendendo i miei laboratori per ragazzi disabili piuttosto che con Vivere Donna, casa rifugio per donne che hanno subito violenza: attraverso la cucina ricostruiamo il rapporto madre-figlio rovinato da mariti violenti. Diciamo che sono sempre stata attirata dai deboli della società: sono cresciuta con i nonni, ho vissuto tante situazioni difficili che mi hanno formato e mi hanno fatto diventare quella che sono oggi. Ho sempre sentito la spinta verso gli altri, ho sempre fatto laboratori con bambini e ragazzi disabili ma l’ho sempre fatto in forma di hobby. Ecco, vorrei che questo potesse diventare il mio lavoro: il mio sogno nel cassetto è aprire un laboratorio gastronomico per persone con disabilità e fare della cucina uno strumento di abbattimento delle barriere. Diventare una missionaria con in una mano la frusta da cucina e nell’altra un cucchiaio. Amo la cucina così come la musica e l’arte: purtroppo ad oggi non ho i fondi per fare questo passo ma chissà che qualcuno non mi possa dare una mano…».

 

Qual è il tuo rapporto con la città di Carpi? Dall’ultima puntata, in cui hai portato "La mia Pathong", un piatto di ispirazione tailandese, abbiamo appreso che hai viaggiato molto. 

«Sono molto legata alle mie tradizioni, sono una ragazza di casa. Sono nata a Modena ma vivo a Carpi, dove mi sento benissimo e sono super orgogliosa del mio essere emiliana. Mio nonno Franco e la mia nonna Grazia che mi hanno cresciuto in campagna sono persone aperte che mi hanno insegnato a guardare oltre: ho viaggiato tanto in Asia, in Africa, in Europa, viaggi che mi hanno insegnato tanto: bisogna aprire tutti i sensi al mondo». 

Compreso il gusto della cucina. E’ con quello, oltre che col cuore di chi guarda sempre al prossimo, che Letizia vuole proseguire il suo percorso nella vita. 

FONTE: Ph.