Il critico Demetrio Paparoni a Carpi intervistato da Maurizio Marinelli sul rapporto tra arte e politica

Noto per aver diretto per oltre tre decadi una delle riviste d’arte che hanno maggiormente inciso nel panorama artistico internazionale, Demetrio Paparoni è un influente critico d'arte italiano. Amico di Arthur Danto (nella foto in b/n, a sinistra, con un giovane Paparoni), di cui è stato anche il primo editore italiano, Paparoni ha condiviso un rapporto speciale con il filosofo americano, tant’è che è quando Art China ha deciso di presentare i saggi del noto filosofo ai suoi lettori fu proprio a Paparoni che fu chiesto di scrivere un saggio su di lui per i suoi lettori. Dall’amicizia tra i due è nato un interessante libro di conversazioni, “Arte e Poststoria”, pubblicato in Italia da Neri Pozza e negli Usa dalla Columbia University Press, e già tradotto anche in Corea. Paparoni sarà sabato 1 giugno a Carpi, dove alle 18,30 si confronterà con Maurizio Marinelli alla libreria La Fenice. Non sarà tuttavia il libro scritto a quattro mani con Danto a essere oggetto delle domande di Marinelli, quanto il recente “Come la politica condiziona l’arte”, recentemente edito da Ponte alle Grazie. «In realtà si tratta della terza edizione di un libro pubblicato dieci anni fa – spiega Paparoni –. L’esigenza di scriverlo mi venne in Israele, dov’ero per curare una mostra di arte italiana al Tel Aviv Art Museum. Durante uno dei quei viaggi in Israele mi recai con mia moglie a Gerusalemme, per visitare il Museo dell'Olocausto Yad Vashem. Rimanemmo scioccati. Tutti dovrebbero visitare quel museo. Lì ho riflettuto sul fatto che sapevo molto degli artisti invisi al nazismo, ma ben poco degli artisti che invece con il nazismo sono stati collusi. Cercando di dare risposte alle mie domande ho finito per allargare l’area di indagine e per scrivere del modo in cui la politica ha condizionato l’arte, da Napoleone ai nostri giorni».

Ma perché ripubblicarlo in terza edizione con un titolo diverso?

«Quando Ponte alle Grazie mi ha chiesto di fare un nuovo libro mi sono reso conto che stavo scrivendo la continuazione del precedente. Ho anche dovuto prendere atto che in dieci anni erano successe così tante cose che la prima edizione del libro era superata. Così ho proposto che fosse fatto un nuovo libro che includesse anche il primo. Sì, è una terza edizione, ma sarebbe meglio dire che sono due libri in uno»

Carpi: conosce già la città?

«Non sarà la mia prima volta a Carpi. Nel 1996 a Carpi ho curato la mostra “Il Nibbio di Leonardo”. Ma c’è dell’altro»

Dica

«Sono un appassionato di musica rock da quando avevo dodici anni.  Nel 1977 ho curato la monografia di Timothy Greenfield-Sanders e a New York ho avuto il privilegio di  conoscere e frequentare Lou Reed. Questo avvenne attraverso Timothy. Lou mi parlò di Rita Zappador e mi disse che lei lavorava anche con Antony (oggi Anhony), Patty Smith, Laurie Anderson e altri musicisti a me cari. Anche con Zappador è nata un’amicizia, che mi ha portato più volte a Carpi. A casa sua c’è una stanza in cui ospita normalmente Patti Smith. Non è fantastico?»

Torniamo al libro, negli ultimi capitoli affronta temi legati al politicamente corretto e alla Cina di oggi

«Ho lavorato con artisti cinesi e mi ha colpito molto come le speranze di liberalizzazione del pensiero che sembravano avviate verso una nuova via a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta si sono infrante miseramente con la presidenza di Xi. Il libro porta testimonianze di questo. Sul cosiddetto politicamente corretto avevo perplessità già dieci anni fa. Ho voluto raccontare fatti realmente accaduti negli ultimi dieci anni»

Per esempio?

«Nell’ottobre del 2022 uno dei quadri preferiti da Hitler, uno dei quadri emblema del nazismo, “Die vier Elemente” di Adolf Ziegler è stato incluso nell’esposizione Mix and Match alla Pinakothek der Moderne di Monaco. L’esposizione presenta circa 350 opere che coprono gli ultimi 120 anni di storia dell’arte. È un dipinto di scarso valore artistico, non merita un riconoscimento del genere, ma non è questo il punto. Ziegler è stato a capo della commissione che tagliava le ali agli artisti considerati “degenerati”, così il suo grande trittico è esposto accanto a opere di artisti, ben più importanti di lui, il cui lavoro fu censurato. Esposta all’Alta Pinacoteca di Monaco, quell’opera pone pesanti domande a cui non è facile rispondere. Georg Baseltiz ha chiesto che il quadro fosse rimosso. È' corretto andare contro la volontà dei curatori e far rimuovere il quadro? Le implicazioni che una domanda del genere pone sono tantissime. Questa è solo una delle tante domande che il libro affronta»

Il rapporto tra arte e politica è sempre più complesso in tutto il mondo, anche oggi. Che cosa ne pensa?

«Impossibile non essere contro fascismi e totalitarismi».