Il grido di dolore dei commercianti arrivi ai piani alti della politica

“Egregio signor Sindaco, le chiediamo di riportare questo nostro grido di dolore ai massimi livelli governativi attraverso i suoi canali istituzionali. BASTA non è un imperativo, ma un grido di dolore delle categorie economiche di Carpi colpite tutte dalla crisi Covid-19. A un anno dall'inizio di questo incubo, ci troviamo  a fare gli stessi identici discorsi di allora, nel frattempo però i nostri risparmi, sudati e non rubati, sono terminati perché abbiamo dovuto fare comunque fronte alle spese fisse, mettendoci il nostro: gli affitti, i fornitori, i contributi, molte imposte, le utenze e chi più ne ha, più ne metta. Oggi, però, siamo stanchi e disperati; STANCHI  di una situazione che non è stata mai presa in mano veramente da parte di entrambi i governi, Conte e Draghi. DISPERATI perché lo Stato, per il quale noi ci siamo rimboccati le maniche chiudendo anche prima che lo facessero i vari Dpcm, oltre a non averci aiutato a sufficienza, continua ad affossarci con regole di dubbia efficacia. Ristori e sostegni insufficienti e per pochi, alterni rinvii di imposte e tasse, condoni di cartelle esattoriali oramai di fatto comunque inesigibili, le casse integrazione ai nostri dipendenti miserevoli e tante altre cose ancora. A novembre ci hanno richiuso e i contagi sono comunque cresciuti: ci viene il dubbio, allora, che il problema non siamo noi, che comunque ci eravamo messi in sicurezza spendendo i nostri i soldi solo in parte riconosciuti in credito d’imposta. Qui si gioca sulla nostra pelle nell'attesa di leggi salvifiche, ma poi i decreti attuativi tardano  ad arrivare e a essere efficaci. Chiediamo l'immediato allentamento delle misure di restrizione delle attività economiche, subito, anche in zona rossa. Siamo stati cittadini modello e vogliamo continuare a esserlo, ma adesso  abbiamo bisogno di PANE e FUTURO per noi e i nostri figli”.