Il rifugio Città di Carpi del Cai protagonista su Rai Radio Live

La trasmissione ''Il rifugio'' racconta la vita ai duemila e 100 metri con la voce dei gestori Sabrina e Rodolfo

Si intitola “Incanto” la puntata che la trasmissione “Il rifugio” di Rai Radio Live ha dedicato al rifugio Città di Carpi. Messa in onda lo scorso 10 gennaio e disponibile in streaming qui, la puntata porta il conduttore Ernesto Goio alla scoperta del rifugio del Cai di Carpi, due ore a piedi dal lago di Misurina. 

A fare da padroni di casa sono Sabrina De Florian e Rodolfo Molin, che raccontano con grande amore e passione quell’angolo di Carpi che lo locale sezione del Cai ha ricavato all’ombra della Forcella Maraia a 2 mila e 110 metri sul livello del mare. Da trent'anni sono loro l’anima del rifugio costruito nel 1970 e dedicato alla memoria del Capitano Manfredo Tarabini Castellani del Battaglione Pieve di Cadore.

Un rapporto, quello tra Carpi, la sua sezione Cai e le Dolomiti, che il gestore Rodolfo Molin racconta così: «Nella zona ci sono case vacanze di carpigiani che hanno pensato di fare un rifugio e scelsero i Cadini. Fu costruito con l’aiuto dei militari, che misero a disposizione elicottero e camion. I lavori iniziarono nel 69 e fu completato nel 1970».

Nel settembre del 2020 è dunque scattato il cinquantesimo compleanno del Città di Carpi ma, complice il Covid, i festeggiamenti messi in pista dal Cai non si sono potuti svolgere. La vita del rifugio tuttavia prosegue tra estati accompagnate dal tintinnio dei campanacci delle mucche o il fischio delle marmotte e il rumore ovattato dei passi e il crepitio nella neve in inverno.

Dal 2007 il rifugio è infatti aperto anche nella stagione fredda: «E’ stato un bel passo avanti, la sorgente da cui abbiamo sempre preso l’acqua in estate, d’inverno gela. Grazie ai consigli di un guardacaccia abbiamo trovato un’altra sorgente da cui approvvigionarci anche per l’inverno. Anche il rifugio non era studiato per la stagione fredda e l’abbiamo dotato di riscaldamento. Grazie a una decina di amici di Auronzo abbiamo montato il nuovo rivestimento che ci ha comprato il Cai».

Come illustrato dal sito ufficiale del Club Alpino, il rifugio - dedicato alla memoria del Capitano Manfredo Tarabini Castellani del Battaglione Pieve di Cadore - ha una capacità di 65 posti interni e 40 posti esterni con 32 posti letto. «Un rifugio deve restare un rifugio e non un hotel a 5 stelle», specifica Rodolfo, che prosegue: «Quando abbiamo aperto proponevamo due primi e due secondi e la gente era contenta, ora si lamentano con 5 primi e 5 secondi». Ma le vere criticità, per la vita in alta quota, sono altre: «Lo spreco di acqua e lo smaltimento dei rifiuti. E la benedetta Wi-Fi, che noi scegliamo di non dare ai clienti», dice Sabrina. 

Perchè la montagna va vissuta e goduta nel silenzio, anche quello della tecnologia. Una scelta che per qualcuno può essere impegnativa, come impegnativa è la salita a piedi al Città di Carpi, come racconta un visitatore abituale. «Ma il fiato lo toglie il paesaggio», appunta il conduttore.