Inaugurato Cinquepani, Emporio Partecipativo per la spesa di tutti

Inaugurato questa mattina a Carpi, il primo Emporio Partecipativo “Cinquepani”. Al taglio del nastro il Vescovo di Carpi, monsignor Erio Castellucci, il sindaco Alberto Bellelli e la dottoressa Giuliana Tassoni in rappresentanza della Fondazione CR Carpi, fra tanti palloncini colorati a rappresentare virtualmente tutte le realtà locali che hanno contribuito alla realizzazione di questa coraggiosa iniziativa.

Facilmente raggiungibile, l’Emporio Partecipativo “Cinquepani”, si trova in via Cattani 69, ed è un progetto promosso dalla Diocesi di Carpi per contrastare le ricadute economiche della pandemia che hanno aggravato la situazione di numerose famiglie del nostro territorio. È stato realizzato e verrà gestito dalla Fondazione Odoardo e Maria Focherini e dalla Caritas Diocesana, grazie ai contributi economici ricevuti dalla Fondazione Cassa Risparmio di Carpi (50mila euro), dal Comune di Carpi (60mila euro in voucher), da una quota del fondo straordinario dell’8xmille (30mila euro), con un contributo della Banca Popolare dell’Emilia Romagna di Carpi. Grazie alla collaborazione di Conad Modena, Apvd Comunication e dell’architetto Aldo Manfredi, l’iniziativa sarà sostenuta da volontari provenienti da Caritas Diocesana, Fondazione Casa del Volontariato, Associazione Venite alla Festa, Cooperativa Eortè, Porta Aperta, Cooperativa Il Mantello, Azione Cattolica, Acli, Agape, Agesci, Cammino Neocatecumenale, Mensa del povero di San Nicolò e Migrantes.

La formula è quella di un esercizio commerciale con una clientela regolarmente pagante che contribuisce alla sostenibilità economica e a generare poi gli utili da destinare ad altri utenti che possono invece “fare la spesa” mediante schede prepagate o con diverse percentuali di sconto, distribuite dalla Caritas Diocesana attraverso i Centri di Ascolto delle Parrocchie e di Porta Aperta, le Associazioni caritative che aderiscono al progetto e i Servizi Sociali territoriali. Questa, informa una nota, è la differenza sostanziale con gli Empori Solidali, nei quali la distribuzione dei beni di prima necessità avviene sempre gratuitamente, ed è rivolta esclusivamente alle persone che si trovano in difficoltà economica. L’Emporio Partecipativo ha l’obiettivo di dare risposta all’emergenza alimentare con una modalità che prevede la partecipazione di tutta la comunità e che non sia stigmatizzante, e si propone di intercettare soprattutto le “nuove povertà”, sorte a seguito della pandemia. Singole persone, famiglie e gruppi associati, possono contribuire a sostenere l’emporio “Cinquepani” prima di tutto come consumatori e poi offrendo la disponibilità come volontari nelle diverse mansioni richieste. L’Emporio Partecipativo coinvolge la rete dei Centri di Ascolto parrocchiali, chiamati ad accompagnare le famiglie e le persone che avranno accesso gratuitamente ai prodotti del negozio. Raggiunge infine anche i produttori locali, in modo da promuovere le economie piccola scala e offrire prodotti di qualità a prezzi contenuti, favorendo scelte di consumo critico, consapevoli e responsabili, mediante una costante attenzione all’origine di prodotti offerti ed evitando che derivino dallo sfruttamento delle persone. Non sarà dunque “il negozio dei poveri”, ma un negozio a tutti gli effetti, con prodotti di qualità e “generatore di fraternità”.  Come ha sottolineato monsignor Castellucci nel suo discorso introduttivo, “...questo progetto ha tre grandi valori: il primo, aprendo un’attività commerciale, è incentivare il lavoro in questo tempo di grande crisi e d’incertezza lavorativa; il secondo è rappresentato da un’attività condivisa da varie realtà aggregative che si sono messe insieme con molto entusiasmo pensando di offrire una testimonianza e un’opera di solidarietà; il terzo sono gli utili che verranno reimpiegati per l’acquisto libero delle persone con necessità, attivando una rete di fraternità che non è più chi dà e chi riceve ma è un’economia circolare”. Prodigo di elogi anche il Sindaco di Carpi: “Inauguriamo oggi un negozio ­ ha detto – che ha la bellezza del negozio di vicinato dove possono fare la spesa tutti, grazie a una rete solida del terzo settore e a politiche serie di servizi che danno l’opportunità di dare una mano, ma soprattutto di riscattare storie di famiglie in difficoltà”. A battere i primi due scontrini d’acquisto sono stati proprio loro, monsignor Castellucci e Alberto Bellelli seguiti daGiuliana Tassoni che ha salutato con un benaugurante “...questo negozio spero sia l’inizio di una grande catena di esercizi analoghi”.