Insediato il Comitato ''Aimag per il territorio''. Il no al controllo di Hera sulla multiutility dalla Bassa si estende a Carpi

Tutto il mondo dei contrari a ogni ipotesi, imminente o remota e qualunque ne siano i modi e le forme, di controllo di Hera su Aimag, si è dato appuntamento questa mattina per il lancio del Comitato “Aimag per il territorio”. Promosso a Carpi da Giorgio Verrini, Giliola Pivetti e Massimo Michelini, insieme a esponenti politici, amministratori, referenti di associazioni dell'area nord che costituivano la maggioranza della quarantina di presenti all'evento in Sala Duomo, il Comitato ha dato avvio alla raccolta delle firme e all'attività di mobilitazione della pubblica opinione intorno a due obiettivi essenziali. E Giorgio Verrini, portavoce della nuova aggregazione, li ha riassunti così: riconoscere e tutelare il valore di Aimag in quanto rilevante patrimonio pubblico delle comunità in cui opera; rendere pubblica la discussione sul futuro di Aimag rimasta troppo dietro le quinte. E quanto sia vero, questo secondo punto, lo dimostra d'altro canto il totale, assoluto disinteresse della gente per una questione nella quale si intrecciano risvolti industriali, giuridici, politici di difficile comprensione per i più. Tant'è che qualche intervento dal pubblico ha cercato di rappresentare soprattutto gli effetti finali di un eventuale transito del controllo di Aimag al colosso bolognese: l'allontanamento del centro decisionale dai territori dei comuni serviti oggi della multiutility; l'indotto che perderebbe commesse per decine di milioni; le tariffe più elevate; la mancata rateizzazione delle bollette concessa da Aimag e non da Hera; le logiche dirette più al realizzo di profitti, com'è normale che sia per una società come Hera quotata in borsa, che non alla tutela dei cittadini utenti sotto il profilo economico e dell'efficienza dei servizi. E non si sono scomodate le polemiche che ha suscitate l'introduzione a Modena da parte di Hera del sistema porta a porta di raccolta rifiuti. segue

 

Gli altri interventi, introdotti da Claudio Baccarani, professore emerito di Economia gestionale all'Università di Verona che, richiamati i buoni risultati di Aimag, ha badato soprattutto a spiegare la governance attuale e quella che si prospetta per la multiutility, si sono invece concentrati sull'ordine del giorno, approvato a maggioranza il 26 aprile dal Patto di Sindacato attuale. E' la strategia che il Consiglio comunale di Carpi si appresta ad approvare, al pari degli altri Comuni soci: una proroga al 30 giugno prossimo del patto attuale, con l'impegno a prefigurare però in una fase definita “transitoria”, l'ingresso di Hera e delle Fondazioni nel CdA di Aimag, concedendo alla stessa Hera l'indicazione del Direttore generale. Si è detto che questa strategia sia contenuta in un documento, tenuto nascosto ma del quale ormai tutti sono al corrente, indirizzato ai Sindaci dalla stessa Hera, intenzionata a ottenere ora quel controllo di Aimag che, ha ricordato Massimo Michelini, non le fu concesso nel 2008 quando lo reclamò avendo acquistato il 25 per cento (“I Comuni avevano bisogno di quei soldi; c'era stata la crisi della Lehman-Brothers ed erano in forti difficoltà finanziarie”). La richiesta incontrò l'opposizione della parte pubblica ed Hera si fece da parte, limitandosi a portarsi a casa sostanziosi dividendi. Ora invece c'è il suo ritorno alla carica, dettato non si sa bene da quali urgenze, hanno sottolineato diversi intervenuti, che hanno indotto i Sindaci delle Terre d'Argine e di quelle del Sorbara e ultimamente, anche del primo cittadino di Concordia, a stringere i tempi anche sapendo che diversi di loro non saranno più al loro posto con le Amministrative del prossimo anno. E una delle istanze del Comitato è propria quella, avanzata anche dalla lista civica +Mirandola, di non compiere mosse avventate e di mantenere il Patto così com'è, almeno fino al dicembre 2024. Anche perché, ha precisato Alberto Nicolini, imprenditore di Mirandola, anche lui fra i promotori del Comitato, tutto sta avvenendo solo come manovra di vertice, senza il sostegno di un piano industriale, con forti rischi di sradicamento di Aimag dal territorio che l'ha vista nascere e crescere e facendo entrare nel futuro CdA nientemeno che un concorrente sul mercato.

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Il non detto, fra le varie voci che si sono sollevate dal pubblico, è il timore che, con un CdA a cinque composto da un consigliere di Hera, uno delle Fondazioni, tre dei Comuni, uno dei quali espresso dalle Terre d'Argine, uno dall'Area Nord e uno dal basso Mantovano, si possa creare una maggioranza Terre d'Argine-Hera-Fondazioni che spaccherebbe la parte pubblica, mettendo ai margini l'Area Nord e i Comuni mantovani, ridotti a due consiglieri contro tre. Il che, insieme a un direttore generale espresso da Bologna, finirebbe per consegnare a Hera il controllo di Aimag. E controllo, ha spiegato ancora Michelini, non è una nozione astratta, ma un preciso concetto del Codice civile, per il quale il bilancio di Aimag entrerà nel consolidato di Hera e le decisioni verranno prese da quest'ultima, esattamente com'è avvenuto in altre realtà che hanno ceduto a Bologna il controllo delle rispettive aziende pubbliche. E non ci vengano a dire, ha concluso Michelini, che di Aimag è stato Presidente, che non cambierà nulla. Il tema, almeno a livello delle istituzioni, divide dunque Nord e Sud del territorio Aimag. Ma mentre nella Bassa il coro dei contrari a Hera è unanime, mettendo d'accordo perfino Pd e Lega, a Carpi la nascita del Comitato, accanto alle posizioni della minoranza consiliare, attesta che il dissenso vuole insediarsi e allargarsi anche qui. Fino a farne lo spartiacque della futura campagna elettorale per tutto quel che riguarda programmi, alleanze e candidature. (nelle foto, il pubblico e, da sinistra, Giorgio Verrini, Massimo Michelini, Claudio Baccarani e Giliola Povetto)