Qui il video sulla lampada di Montanari vincitrice del Red Dot Design Award di Singapore

Le cerimonia della premiazione si è tenuta due giorni fa in forma telematica, causa Covid, ma la comunicazione ufficiale gli era arrivata già nel luglio scorso direttamente da Ken Koo, presidente del Red Dot Design Award, forse il più prestigioso premio internazionale di design conferito ogni anno a Singapore, dal quartiere generale dell'Hotel Marina Bay: «Egregio architetto Gian Luca Montanari, è con piacere che mi congratulo con lei nell'informarla che la giuria ha deciso di conferire il premio “Red Dot. Best of the Best” all'opera Dopodché per la più elevata qualità di design”. E così, l'architetto carpigiano si è ritrovato in vetta al mondo per il prototipo di una particolarissima lampada di illuminazione da appoggio a batteria, spuntandola insieme ad altri quattro su 4 mila progetti candidati da architetti e designer di 49 paesi per la sezione Design Concept. L'oggetto in questione si chiama Dopodché, «...un nome che non ha un significato particolare – confida Montanari –: è semplicemente un avverbio che trovavo simpatico». Come progettista Gian Luca Montanari è titolare di uno degli studi più affermati, l'Mggm, noto non solo a Carpi per essere stato l'antesignano delle “architetture del bianco”, dalla rinnovata facciata del Touring Hotel alle numerose residenze private ristrutturate o realizzate ex novo.

 

Non le conoscevamo, architetto, questa sua vocazione anche per il design di oggetti...

«E invece per me è sempre stata una passione. Si può dire che sono cresciuto nelle falegnamerie, dove gli oggetti prendono forma dal legno. E ho frequentato la scuola d'arte dove si respirava davvero quello stimolo a creare forme artistiche. Il resto lo ha fatto la predilezione per gli oggetti do arredo»

Parliamo dunque di Dopodché: da dove proviene l'ispirazione per questa forma di lampada?

«Direi che nel suo piccolo, misura 25 centimetri per 25, riflette tutta l’essenza del mio fare architettura. E’ in effetti una lampada “architettonica” a tutto campo che non ha una facciata principale, un retro, un fianco. Si tratta di una forma geometrica pura e allo stesso tempo complicata nella sua apparente semplicità. La lampada è stata pensata per essere utilizzata indoor, outdoor, appesa e girata, capovolta in varie direzioni e configurazioni. Una forma che idealizza pieni e vuoti che ironicamente “giocano insieme” con studiato  equilibrio»

Che seguito avrà, questo suo successo?

«In questo periodo sono in contatto con un'azienda di grande prestigio per verificare la fattibilità di un inserimento della lampada sul mercato. Nel frattempo Dopodchè è stata inserita nell'Year Book 2021, il catalogo che è anche il vangelo del design internazionale ora in corso di stampa. E anche questa è una soddisfazione».