La protesta di Migliarina senza medico. Le risse fra bande giovanili in centro. I trucchi dei nomadi ladri

"Un profilo di sconcerto”, secondo il resoconto che ne fa oggi la Gazzetta in apertura – ma è il tema che apre anche la pagina odierna del Carlino –, è quello che ha espresso il Sindaco ieri mattina davanti a un bel gruppo di residenti di Migliarina, nel prendere atto che il bando per assegnare l'ambulatorio medico della frazione non ha avuto candidati. Una discreta rappresentanza della popolazione si è radunata davanti all'ambulatorio, presidiato ora solo saltuariamente dal dottor Marcel Somo che fa quel che può, per rappresentare i problemi di una località con 2 mila 800 abitanti, molti dei quali anziani, costretti ora a rivolgersi a medici di Medicina generale di Carpi, dopo che il dottor Montanari è andato in pensione, ai primi di quest'anno. Il sindaco Bellelli e l'assessore a Sanità e Servizi sociali, Tamara Calzolari, che avevano provato a invitare anche l'Ausl all'incontro, disertato invece dall'Azienda, hanno fatto fronte comune con i residenti, chiedendo di fatto il superamento di una vecchia normativa e ricordando di aver scritto ancora una volta al Direttore generale di Ausl Modena per individuare soluzioni alternative. L'unica soluzione finora prospettata è stata quella di un ambulatorio di continuità infermieristica che lo stesso Sindaco ha detto di non sapere bene in che cosa consista, per cui ha chiesto un incontro con la stessa Ausl al quale vorrebbe fosse presente anche una delegazione di residenti.

 

Il Carlino torna oggi su quella che è stata definita “operazione Mercurio” che ha portato all'arresto di cinque nomadi, accusati di una quantità di furti e raggiri, ai danni di residenti o di automobilisti. Il servizio indugia su alcuni dei fantasiosi trucchi escogitati per ingannare le vittime di turno, dal fingersi infermieri o assistenti sociali per farsi aprire la porta dell'appartamento poi razziato alla messinscena della richiesta di informazioni stradali o della gomma bucata allo scopo di distrarre il conducente, mentre un complice dalla parte del passeggero portava via tutto quanto era prelevabile dai sedili dell'auto.

 

 

La Gazzetta di oggi si sofferma molto su alcuni episodi verificatisi nel corso della settimana e che trasmettono ai cittadini – lo si vede dalle reazioni sui social – un senso di insicurezza che poco ha a che fare con la vera e propria delinquenza dei furti e delle rapine, ma piuttosto con il senso di degrado civile che trasmettono le risse fra gruppi che si combattono a colpi di spranghe e manganelli. Il riferimento del giornale è a quanto avvenuto venerdì sera in corso Fanti, una via del centro un tempo vetrina della città, ma ora penalizzata da cantieri eterni e costellata di negozi etnici, con orari molto addentro alla notte, uno dei quali si è trovato al centro di una spedizione punitiva fra bande di giovani di origine straniera che ha provocato due feriti. La Gazzetta riferisce le parole del titolare della gelateria K2, testimone di questo clima, che chiede una regolamentazione, se non la chiusura di negozi trasformati di fatto in bar; pur apprezzando, poi, il progetto degli street tutor uscito dall'incontro fra i Sindaci delle Terre d'Argine e il Prefetto, vorrebbe una più continuativa presenza delle forze dell'ordine. Nei giorni precedenti, ricorda il giornale, si erano registrati analoghi scontri tra via Cesare Battisti, la “stretta” del Duomo e lo stesso corso Fanti, nel centralissimo quadrante cittadino che pare essere diventato l'epicentro di fatti simili. C'entra nulla, ma contribuisce al quadro di una città disorientata e percorsa da sotterranei filoni di violenza anche l'episodio della donna incinta, sempre straniera, uscita urlando da un'abitazione di piazza Garibaldi per sfuggire al marito violento. Coincidenza più esemplare con i giorni contro la violenza sulle donne non poteva esserci: è stata portata al Ramazzini mentre i carabinieri, subito intervenuti, stanno indagando su quanto accaduto.