La scomparsa del professor Paolo Palladini, già primario di Urologia al Ramazzini di Carpi

All'età di novant'anni si è spento a Modena, dove risiedeva, Paolo Donato Palladini, per oltre trent'anni primario dell'Urologia al Ramazzini. Ritiratosi dall'attività ospedaliera nei primi anni Duemila, Palladini ha lasciato un ricordo indelebile di sé, nei tanti pazienti ricorsi alle sue cure e nel gruppo di medici e assistenti che si formarono alla sua scuola, da Adriano Latini che gli subentrò dopo il ritiro a Maurizio Brausi, Giorgio Verrini, Mirco Gavioli medici urologi di chiara fama. Il lavoro di Palladini all'ospedale di Carpi fu segnato dall'amicizia personale e dalla strettissima collaborazione con il commendator Guido Molinari, le cui donazioni, prima del litotritore e poi dell'Endoscopio a fibre ottiche, fecero dell'Urologia del Ramazzini un reparto di assoluta eccellenza, capace di attrarre l'attenzione di illustri luminari da tutta Italia che per la prima volta vedevano la possibilità di distruggere i calcoli non con strumentazioni meccaniche ma con un raggio laser. Figura di grande rilievo per la storia dell'ospedale di Carpi, tutti ricordano Palladini per la sua competenza medico scientifica, unita a una profonda umanità. (nella foto del 1997, Paolo Palladini è a destra con Guido Molinari e la direttrice sanitaria dell'epoca, Antonella Messori)