La scomparsa di Norberto Beltrami, una vita da designer e organizzatore di cultura

Si è spento ieri nella sua abitazione di via San Giacomo Norberto Beltrami. Aveva 93 anni ed era il più anziano dei discendenti della gloriosa ditta di artigiani del legno e del vetro che Raimondo Beltrami aveva fondata nel 1860 e che continua tuttora con la denominazione di "Falegnameria - Vetreria Beltrami” nella storica sede di via San Francesco. Diplomatosi perito industriale nell'immediato dopoguerra, Norberto Beltrami ha legato il proprio nome a quello della ditta Lugli Carrelli Elevatori – lo vediamo qui in un'immagine di repertorio con uno dei primi trattorini usciti dallo stabilimento e quarto da sinistra in polo azzurra in una foto dell'archivio D'Orazi –, alle cui dipendenze è stato per 65 anni, mettendo a disposizione dell'azienda doti da designer che ne fecero presto il capo progettista per tutti i prototipi, prima dei minitrattori e poi dei carrelli elevatori. Continuerà poi a seguire l'azienda anche nell'ultimo, avventuroso, decennio della sua storia, presidiandone il cuore progettuale anche in presenza di acquirenti che comparivano e velocemente sparivano. Nel suo lavoro e ai propri collaboratori, Norberto Beltrami ha trasmesso una passione nella quale avevano vasto spazio le sue curiosità culturali che lo avvicinavano all'arte, come alla musica e al cinema. Anche per questo lo accompagnerà sempre l'idea che gli strumenti da lavoro che sfornava la Lugli Carrelli Elevatori dovessero essere concepiti in funzione soprattutto del comfort e della sicurezza degli operatori. Da qui quella sua particolare attenzione a un design antropometrico, vale a dire a misura d'uomo che gli varrà riconoscimenti prestigiosi, come gli otto Compassi d'Oro, il più antico e autorevole premio mondiale che l'Adi, l'Associazione per il Disegno industriale, assegna dal 1954.

L'attrazione per una cultura viva, al servizio della collettività e di un progresso visto come strumento della liberazione dell'uomo, Norberto Beltrami la tradusse, tra gli anni Sessanta e Settanta, nella partecipazione a diverse iniziative che fecero di Carpi, per un buon ventennio, una città particolarmente vivace e attrattiva sotto il profilo della creatività intellettuale. Nel 1967 era – con Enrica Melotti, Renzo Dotti, Massimo Michelini, Enzo Boschi, Bruno Teocoli – nel gruppo di lavoro cui il Comune si affidò per decidere le sorti della Scuola comunale di Disegno, creata nel 1840 e travolta dalle polemiche della contestazione. Nei primi anni Settanta, con Antonio Casarini e Armando Turci, entrambi colleghi di lavoro nello studio di progettazione della Lugli, diede vita al Cic, il Circolo di Iniziativa culturale che a lungo organizzò le celebri rassegne d'essai, prima al Supercinema e poi al Modernissimo, capaci di attirare pubblico anche dalle località vicine, nonché attori e registi. Nominato in diverse Commissioni culturali del Comune, nel corso degli anni Settanta si occupò in particolare della promozione musicale anche al di fuori di conservatori e istituti, di allestimenti di mostre, di urbanistica, sempre nell'ottica di democratizzare la fruizione della cultura.

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Al figlio Eugenio, alla compagna e alla grande famiglia Beltrami le più sentite condoglianze dalla redazione di Voce.