L'appello del Sindaco per l'emergenza Covid: da giovedì, per Modena e provincia, due settimane in zona rossa

Da giovedì 4 Modena e Bologna saranno in zona rossa per due settimane e per sapere che cosa questo comporti, oltre alle disposizioni già note operanti in questi casi, occorrerà attendere il Decreto del Governo di questa sera. Una delle misure implicite nella classificazione è la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in presenza e il ricorso alla didattica a distanza. E questo perché le due province di Bologna e Modena non sono al centro di una seconda o terza ondata, ma si trovano ad affrontare con la variante inglese una battaglia nuova, contro un tipo di infezione che sta riguardando il 50 per cento dei contagiati e che ha come caratteristica principale di essere particolarmente contagiosa e di non risparmiare i giovani, finora ritenuti solo sfiorati dalla pandemia.

 

 

Sono alcune delle considerazioni dalle quali è partito l'appello alla popolazione lanciato poco fa dal sindaco Alberto Bellelli, al termine di una drammatica riunione dei sindaci di tutta la provincia con il sottosegretario alla Presidenza della Regione, Davide Baruffi. Ai Sindaci, ai decisori politici era arrivata la pressante richiesta delle due aziende ospedaliere modenesi, Policlinico e Baggiovara, di intervenire il più rapidamente possibile perché l'ondata dei contagi ha inferto quella che Bellelli non ha esitato a definire un pesante “botta” al sistema sanitario. Al punto che si sono dovuti sospendere tutti gli interventi di chirurgia programmata, essendo il personale sanitario interamente assorbito dalla necessità di far fronte ai picchi di ricoveri che si stanno registrando in questi giorni. I dati sciorinati dal Sindaco non lasciano dubbi: l'età media dei malati si è abbassata intorno ai 43 anni e se è vero che non tutti i giovani contagiati richiedono il ricovero in ospedale, molti sono invece i 30/40enni che vi arrivano; l'indice RT che ha la propria soglia di allarme a 1,25, a Modena ha toccato 1,30; l'incidenza di 250 casi su 100 mila abitanti considerata elevata, a Carpi nell'ultima settimana ha raggiunto quota 206, ma su una popolazione di 73 mila abitanti, e in provincia i 381 casi su centomila residenti. Il virus ha un vantaggio di almeno due settimane sulla corsa ai ripari ed è la ragione, ha scandito il Sindaco, per la quale occorre agire immediatamente, e se ci sono misure drastiche da assumere occorre prenderle subito. Al Governo che si pronuncerà questa sera, si richiedono misure conseguenti alla necessità che si profila di chiudere le scuole, come nuove norme sui congedi parentali, ma anche misure di ristoro e una omogeneità di applicazione delle disposizioni fra tutti i Comuni. I Sindaci chiedono in particolare che si velocizzi la vaccinazione a partire dalle scuole. E alla comunità Bellelli ha chiesto che dia ancora una volta prova – almeno nella stragrande maggioranza dei casi – di buon senso e disciplina, quelli che dovrebbero impedire che i ragazzi fuori dalle scuole finiscano nei parchi o per strada, o di organizzare feste di carnevale a domicilio o grigliate nelle giornate di sole. Comportamenti coerenti, in sostanza, con una quadro che Bellelli ha definito più volte preoccupante e molto serio, tale da conferire precise responsabilità anche ai giovani  ai quali ha detto espressamente "...fate attenzione, perché questa volta il virus becca anche voi”. I Sindaci, ha concluso, chiedono al Governo un perimetro preciso entro il quale muoversi, anche anticipando le misure nazionali. Ed è quello che dovrebbe essere definito fra questa sera, dallo Stato, e giovedì dalla Regione.

IL DECRETO DEL GOVERNO

Scuole

Dal 6 marzo nelle zone rosse vengono sospese le attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Nelle zone arancioni e gialle, i presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell'attività scolastica: nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell'arco di 7 giorni; nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

Coprifuoco

Nelle aree gialle, arancioni e rosse resta il “coprifuoco” alle ore 22 e fino alle 5 del mattino. In zona bianca le ordinanze regioni possono invece rinviare l’orario del ritorno a casa. La Sardegna – prima regione a conquistare il colore bianco – ha fissato il divieto di uscire dalle 23,30 alle 5.

Spostamenti nazionali

In tutta Italia è vietato spostarsi tra regioni, anche se si trovano in fascia bianca o gialla. Si può uscire dalla propria regione soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza, possibilmente portando con sé il modulo di autocertificazione. In zona arancione è vietato anche uscire dal proprio comune di residenza e rossa.

Spostamenti internazionali

Si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti "Covid tested".
A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti è consentito l'ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori.

Visite ad amici e parenti

Chi vive in zona rossa non può andare a trovare a casa amici e parenti nemmeno una sola volta al giorno, come era invece a Natale.  

Seconde case

Si può andare nelle seconde case, ma soltanto se si trovano in una regione gialla o arancione e soltanto se per farlo non si deve uscire da una regione arancione scuro o rossa. Chi vive in zona arancione scuro non può uscire dal Comune di residenza anche per andare in una seconda casa. Vietato, in ogni caso, invitare amici o parenti che non facciano parte del proprio nucleo familiare. In caso di case condivise o in multiproprietà potrà andare solo una famiglia alla volta. Bisogna inoltre dimostrare di essere proprietari o affittuari da una data antecedente il 14 gennaio 2021.

Bar e ristoranti

In zona gialla bar e ristoranti possono restare aperti fino alle 18. Da quell’orario in poi è consentito l’asporto, fino al coprifuoco delle 22, e la consegna a domicilio, senza limiti di orario. In zona arancione e rossa i bar e ristoranti sono aperti soltanto per l’asporto fino alle 18, da quell’orario in poi è possibile solo la consegna a domicilio. In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto.

Negozi

In zona gialla e arancione le attività commerciali sono aperte con orari spesso scaglionati e ingressi contingentati. Nelle zone rosse invece i negozi sono chiusi, tranne quelli dei beni di prima necessità.

Centri commerciali

Nei weekend e nei giorni festivi e prefestivi i negozi all’interno dei centri commerciali devono restare chiusi ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie. In zona rossa queste restrizioni sono ancor più stringenti perché possono restare aperti solo gli alimentari, le farmacie e i negozi di prodotti agricoli e florovivaistici.

Mercati

Valgono le stesse regole dei centri commerciali.

Servizi alla persona

Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.

Palestre, piscine e impianti sciistici

Palestre e piscine e impianti sciistici rimarranno chiusi in tutta Italia.

Cinema, musei e teatri

Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l'apertura anche il sabato e nei giorni festivi. Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all'aperto e 200 al chiuso per ogni sala.

Feste, fiere e discoteche

Ancora vietate tutte le forme di assembramento, anche in zona bianca. Quindi le feste restano off limits. E le discoteche devono restare chiuse, come i centri fieristici e congressuali.

Tavolo di confronto con le Regioni

È istituito un tavolo di confronto presso il ministero della salute, con componenti in rappresentanza dell'Istituto superiore di sanità, delle Regioni e delle Province autonome, del ministro per gli Affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all'eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti.