Lista Arletti all'attacco: il CdA della Fondazione deve essere tecnico. Una replica del Direttore di Voce

Su carta intestata Chimar, la lista che esprime la candidatura di Giovanni Arletti a Presidente della Fondazione CR Carpi ha diramato in queste ore un comunicato che intende replicare ad alcuni articoli apparsi sul tema del rinnovo del CdA dell'Ente. Nel comunicato, che pubblichiamo di seguito integralmente, si richiama a termini statutari il carattere meramente esecutivo dell'organismo che si andrà a eleggere il 2 settembre prossimo. Il potere di indirizzo politico, invece, appartiene al Consiglio di Indirizzo, il “parlamentino” della Fondazione, dal quale, sostiene la nota, dovrebbero provenire le indicazioni che il CdA verrà chiamato ad attuare, mettendo a disposizione le competenze dei suoi componenti che debbono soprattutto assicurare conoscenze tecniche e garanzie gestionali. Ed è questo, secondo la Lista Arletti, il criterio che ne ha dettato la composizione, contrapposto a quello tutto "politico” della Lista Diocesi-Comuni dove sono stati inseriti nomi a garanzia dei rapporti con le altre istituzioni (leggi Enrico Campedelli), o con l'Università (leggi Giacomo Cabri) o con le piccole e medie imprese (leggi Tamara Gualandi) o con il volontariato (Roberta Della Sala). In sostanza, la Lista Arletti rivendica a sé la fedeltà ai criteri statutari nell'aver scelto, come candidati, soprattutto dei tecnici e dei buoni conoscitori del territorio, lasciando al Consiglio di Indirizzo la materia progettuale. Ma ecco il testo completo del comunicato.


 

«Crediamo sia importante e necessario andare, con serietà e onesta, al nocciolo della questione che riguarda la candidatura, alle prossime elezioni del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi, dell’imprenditore Giovanni Arletti della sua lista. L’obbiettivo di questo comunicato è quello di fare chiarezza su alcuni temi trattati dalla stampa locale il giorno 8 agosto 2022. Lo facciamo solo ora, circa una settimana dopo l’uscita sui media perché, trascorso il Ferragosto, l’attenzione degli interessati all’argomento, dovrebbe essere maggiore. In particolare si vuole portare all’attenzione dei lettori, che nelle Fondazioni bancarie le decisioni sui programmi delle attività sono di competenza esclusiva del Consiglio di Indirizzo il quale poi, dopo averli definiti e deliberarti, li affida al Consiglio di Amministrazione affinché quest’ultimo ne valuti la loro fattibilità e provveda alla loro realizzazione. Queste differenze di poteri e competenze sono scritte molto chiaramente nello statuto delle fondazioni e quindi anche in quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. In particolare il lettore che volesse verificare quanto sopra, potrà andare a leggere l’articolo 17 comma 2 dello statuto dove dalla lettera a) alla lettera i) sono elencati i tutti i poteri e le competenze del Consiglio di Amministrazione. Il lettore troverà che in nessuna di quelle lettere indicate, è scritto che il Consiglio di Amministrazione ha il potere di definire i programmi anzi, alla lettera b) si precisa proprio che al Consiglio di Amministrazione è attribuita la gestione operativa della Fondazione nel quadro della programmazione definita dal Consiglio di Indirizzo. È poi attribuito dallo statuto al consiglio di amministrazione anche un generale potere di fare proposte ma certamente non di definire e deliberare i programmi dell’Ente. Inoltre, con riferimento ai poteri attribuiti al Consiglio di Indirizzo, anche qui il lettore potrà andare a leggere l’articolo 14 lettera i) sempre dello Statuto, il quale recita che al Consiglio di Indirizzo è attribuito il potere di determinare i programmi pluriennali di attività della Fondazione, con riferimento alle peculiarità ed esigenze del territorio, individuando i settori, tra quelli previsti dallo Statuto, ai quali destinare le risorse tempo per tempo disponibili e definendo, in linea di massima, gli obiettivi,  le linee di operatività e le priorità degli interventi. Lo Statuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi è quindi molto chiaro nell’attribuire la determinazione dei programmi pluriennali dell’Ente al Consiglio di Indirizzo e nell’attribuire la gestione operativa dell’Ente al Consiglio di Amministrazione. Lo Statuto è a disposizione di chiunque lo volesse leggere ed è pubblicato nel sito della Fondazione all’indirizzo ( www.fondazionecrcarpi.it ). Tutto ciò premesso, il candidato presidente Giovanni Arletti, che ha approfondito di temi riguardanti i poteri e le competenze dei due organi, non ha ritenuto opportuno proporre, in questa fase, nessun programma al Consiglio di Indirizzo perché ritiene che il compito principale di un neo insediato Consiglio di Amministrazione sia quello di realizzare i programmi già definiti dal Consiglio di Indirizzo. Il candidato Presidente Arletti ha pertanto composto la sua lista semplicemente seguendo ciò che prescrive  lo statuto della Fondazione e scegliendo in parte persone in possesso di esperienze e di competenze tecniche necessarie per gestire operativamente al meglio la Fondazione e per tutelare l’integrità del suo patrimonio, e completando la lista con persone che conoscono in maniera approfondita il territorio, le sue dinamiche, le sue peculiarità, le opportunità che lo stesso presenta, e quindi con competenze anche politiche, con l’intento di favorire il dialogo e la collaborazione con i Consiglieri di Indirizzo. Il candidato Giovanni Arletti con la sua lista, ha semplicemente voluto mettere a disposizione dei Consiglieri di Indirizzo, designati dagli Enti “istituzionali”, un consiglio di amministrazione ben assortito, composto di persone in grado di realizzare i programmi già deliberati, in grado di fare proposte di nuovi programmi e in grado di gestire operativamente la Fondazione. È poi ovvio ma doveroso evidenziare che per consuetudine, prima di realizzare un programma occorre verificarne la fattibilità sottolineando altresì che per determinati progetti non si deve guardare solamente alla fattibilità dell’investimento ma ne va valutata anche la gestione successiva. Inoltre, sempre con riferimento agli articoli pubblicati l’ 8 agosto, nei passaggi dove sono state citate le peculiarità dei singoli candidati consiglieri della lista Comune-Diocesi, è emerso che alcuni di loro hanno “una conoscenza della macchina regionale e amministrativa e possono essere dei facilitatori” altri, “saranno fondamentali per l’università”, altri ancora “conoscono molto bene anche i temi del volontariato”, altri “hanno già esperienza in Fondazione e cureranno i rapporti con enti più periferici” e infine c’è anche chi “porterà il contributo delle piccole e medie imprese”. Da quanto sopra evidenziato traspare molto chiaramente come tutti coloro che sono candidati Consiglieri di Amministrazione nella lista Comune – Diocesi, a parte il candidato presidente, sono persone con competenze tipiche di chi deve ricoprire un ruolo in un Consiglio di indirizzo e non in un Consiglio di Amministrazione, proprio per le singole caratteristiche e per le singole competenze messe chiaramente in evidenza dalla stampa. In altre parole si tratta, di competenze solamente politiche, sempre nel senso alto del termine, ma non di competenze gestionali e di governance di una Fondazione. Va poi ricordato che tre candidati (su sette) della lista Comune-Diocesi sono attualmente consiglieri di indirizzo e perciò la continuità, che tanto viene citata di questi tempi, sarebbe a nostro avviso realizzata e garantita veramente se questi consiglieri di indirizzo restassero al loro posto capitalizzando la loro esperienza maturata nell’organo di indirizzo a beneficio della Fondazione e soprattutto a beneficio della Comunità. Alla luce di tutto ciò, quello che a nostro avviso risulta poco comprensibile è che gli Enti designanti i Consiglieri di Indirizzo quali, la Diocesi e i Comuni per mezzo dei loro delegati, facciano finta di non capire e/o di non vedere. Infine un’ultima precisazione: la lista del candidato Presidente Giovanni Arletti è stata, ovviamente e come prevede lo statuto, presentata da un Consigliere d’Indirizzo, e la cui composizione è stata frutto di meticolosa cura e attenzione. Una lista di uomini e donne indipendenti, che molto probabilmente è stata, nella prima tornata elettorale e potrebbe esserlo anche nella seconda tornata, un “fuori programma” basato semplicemente sulle principali regole statutarie fondanti della Fondazione; regole che tutti coloro che orbitano intorno alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi dovrebbero sempre avere ben presenti».

firmato: Lista Giovanni Arletti candidato Presidente alla Fondazione C.R. Carpi

 

Poiché ci chiama in ballo insieme ad altra testata, la nota della Lista Arletti ci offre lo spunto per ricordare come lo stesso suo candidato Presidente, che non difetta di propensione alle “visioni”, non abbia esitato a enunciare, in questi mesi, precisi propositi programmatici in caso di vittoria, a partire dalla realizzazione dell'Hospice o di quel non meglio precisato piano che aveva consentito, in un primo tempo, di arruolare nella lista anche Brunetto Salvarani. Dal che si dovrebbe desumere che il CdA diventa organo squisitamente tecnico o politico/progettuale non secondo Statuto, ma in base a chi lo andrà a occupare. Ma è normale, lo abbiamo ribadito più volte, che i mondi professionali e imprenditoriali esclusi dalla lista Comuni-Diocesi si ribellino in forma di presentazione di una lista alternativa a un accordo che assegna il primato ai governi territoriali, piuttosto che a un esecutivo di “esperti” e “competenti” guidati da criteri difficilmente decifrabili: almeno sul versante erogazioni-investimenti, perché su quello della salvaguardia del patrimonio non c'è lista politica o tecnica che tenga, trattandosi di un obiettivo primario per tutti. La nota sembra poi dimenticare che esistono cospicui impegni già sottoscritti dall'Ente con il proprio piano degli investimenti: impegni approvati dal Consiglio di Indirizzo attuale, senza che siano mai stati denunciati come una prevaricazione da parte del CdA. Il che suggerisce una chiave di lettura interna alla nota: non è che tutto quell'appellarsi allo Statuto e al primato del Consiglio di Indirizzo nasconda l'intento di mettere in discussione proprio le scelte fin qui operate con il piano degli investimenti? In tal caso il CdA alternativo guidato da Giovanni Arletti mostrerebbe di avercelo, eccome, un proprio progetto: altro che organo tecnico e di garanzia. Incuriosisce poi quel preciso riferimento a tre candidati della lista Comuni-Diocesi che già siedono nel Consiglio di Indirizzo e che, secondo la lista Arletti, lì dovrebbero restare. Vista da fuori, con occhi un po' maliziosi, qualcuno la potrebbe leggere come una proposta di mediazione: dateli a noi tre posti, e ci ritiriamo. Ma è roba per maliziosi, appunto. (florio magnanini)