''Lo sviluppo colora il domani'': Righi presenta il proprio manifesto per le primarie

La grafica è quanto di meno politico si possa vedere in giro, anche se sotto ci sono le sigle di sette raggruppamenti (definirli partiti sarebbe troppo, Pd a parte). Lo slogan, "Lo sviluppo colora il domani”, è in sintonia con la policromia dello sfondo. E il risultato in termini di comunicazione cerca di tenere insieme tre cose. La prima è la proposta di un giovane sì, ma per questo mica inaffidabile e insicuro: la foto comunica il volto di uno che guarda avanti e sa quel che fa e che vuole (qualche cosa si impara, insomma, da cinque anni all'Urbanistica trascorsi  a trattare con immobiliaristi, imprenditori, tecnici pubblici e privati, singoli cittadini, enti come l'Ausl o le Ferrovie dello Stato o l'Università e la Regione). La seconda sono i colori che, come spiegherà lui stesso, rappresentano nel loro insieme la cultura nel senso lato della coesione della comunità e specifico delle singole culture, dell'inclusione, dello sport, della socialità, dello stare insieme (ma si capirà dopo le Primarie, ha detto, che cosa rappresenta ciascuno di essi). La terza è quella parola, “sviluppo”, che non deve spaventare, che va fatta convivere con un'idea di futuro radiosa e non inquinante, non dannosa, non lesiva del senso della comunità. segue

Così almeno l'abbiano capito noi, il senso del manifesto elettorale "scoperto” questa mattina da Riccardo Righi, candidato alle primarie del centrosinistra, al Milano Bistrot di Hussein Hawila, davanti a giornalisti, staff e sostenitori vari. Ovviamente aiutano le parole con le quali ha accompagnato l'evento. Quando cioè ha indicato come momento significativo del racconto della città di domani l'inaugurazione avvenuta ieri delle attrezzature ludiche del parco Berlinguer immediatamente utilizzate dai bambini della primaria Saltini (“E' l'immagine della città che voglio, inclusiva, rispettosa e vibrante”). E un secondo momento è stato l'altro ieri sera, quando all'assemblea sulla sanità al circolo La Fontana di Fossoli, un medico gli ha detto che si aspetta "un sindaco coraggioso” e lui, oltre a rispondergli che ce ne vuole a candidarsi a sindaco a trentatre anni, è coraggio anche a non aver paura di usare termini come sviluppo, dove ci stanno dentro cose importanti come le tradizioni emiliane in fatto di servizi sociali, asili nido, attività manifatturiere. Si presenta così, dunque, l'immagine del candidato più inatteso: energia, forza, competenza a disposizione di una città che di futuro sembra non riuscire più a parlare, se non con sfiducia e sarcasmo. Vedremo la risposta del rivale.