Novità sul cane antidroga, simbolo dello scontro ideologico sulla sicurezza

Insieme al taser (la pistola elettrica paralizzante) di cui dotare le forze dell'ordine, il cane antidroga per la Polizia Locale è sempre stato uno dei simboli delle divergenze tra minoranze di destra, che li volevano, e maggioranza di centrosinistra, che traccheggiava, al riguardo. Due must si direbbero. Il primo un po' improbabile, visto che presuppone la presenza fisica dell'agente in una colluttazione o in situazioni di flagrante pericolosità delle quali le cronache di nera sono piuttosto avare. Il cane antidroga, invece, lo usa la Polizia di Stato, come si è visto ieri nei paraggi di alcune scuole: dunque ha una sua palusibilità. segue

 

Su questi due dettagli, il primo di fatto insussistente e il secondo invece attendibile, si sono costruiti monumenti di chiacchiere, montagne di ideologismi contrapposti, evidenziando l'emergere addirittura di visioni opposte della sicurezza, sulle quali si sono chiamati perfino Questore e Prefetto a fare da supervisori in Consigli monotematici, tanto invocati, quanto alla fine rivelatisi fiacchi e inconcludenti. Ora, dal confronto tra i due candidati alle primarie del centro sinistra, l'altra sera è spuntato all'improvviso il seguente ragionamento: “Con la nuova sede del Comando della Polizia locale alla Polisportiva di via Nuova Ponente si creeranno le condizioni anche per il cane antidroga”. Evviva: crolla un muro, sulle cui macerie potrebbe benissimo scapparci un'intesa sulla sicurezza? Fatto sta che una domanda ci viene spontanea: ma non potevate dirlo prima che per ospitare un cane antidroga semplicemente non avevate il posto?