Oggi sui giornali. Arletti (Fratelli d'Italia): orizzonte 2024. I programmi di Lapam. Un indennizzo da restituire all'Ausl

Se è bastato che l'assessore Riccardo Righi spalancasse le finestre di casa e dichiarasse ammirazione per Carpi, perché i giornali gli attribuissero una sicura candidatura a sindaco, che cosa diranno domani della pagina spalancata oggi sul Carlino dall'intervista a tutto tondo ad Annalisa Arletti, capogruppo e personaggio di maggior spicco di Fratelli d'Italia in città? Che è il segnale che si candiderà? Lei prende tempo, a fine intervista, dicendosi parte di una squadra che oggi è impegnata prima di tutto sul programma e che la macchina organizzativa del partito si metterà in moto dal 26 novembre, quando il congresso provinciale designerà i vari dirigenti locali. Ma intanto il giro d'orizzonte compiuto con l'intervistatrice delinea già i punti più cari alla destra, più che mai convinta che la città sia divenuta "contendibile”: la sicurezza; la lotta al degrado; la viabilità “compromessa da scelte a senso unico”; la sanità con la scarsa rilevanza di Carpi nelle scelte inerenti il distretto; le difficoltà dell'economia; la critica per aver "buttato Aimag in pasto a Hera” che riflette un giudizio nettamente negativo sull'operato di Alberto Bellelli la cui Giunta è definita la peggiore nel momento storico più difficile di una città dipinta da Arletti come arrancante e in declino. Le proposte? Se ne parlerà più avanti.

 

Sempre a proposito di programmi, la Gazzetta dà spazio a quelli che Lapam Confartigianato Carpi ha sottoposto ai partiti locali – FdI, Pd e Carpi Futura, prossimamente i Cinque Stelle – in vista del voto del 2024- Ne abbiamo parlato qui: l'Associazione pone in particolare l'accento sulla semplificazione della burocrazia, sulla sicurezza, sulle modifiche a viabilità e traffico, sulla creazione di condizioni che attraggano investimenti e sul sostegno al tessile.

E' una vicenda curiosa, quella che racconta oggi la Gazzetta in prima apertura, risalente al terremoto del 2012, ma che si è risolta solo in questi giorni alla Corte d'Appello civile di Bologna. L'organo di appello ha imposto infatti a un paziente che si trovata ricoverato al Ramazzini il 28 maggio 2012, giorno della seconda scossa, di restituire l'indennizzo di 106 mila euro versatogli dall'Ausl a seguito di una sentenza di primo grado che gli aveva dato ragione sull'origine di una caduta da una finestra posta a poco meno di due metri di altezza, nel parapiglia creatosi in quell'occasione. L'incidente, a suo dire – e in base a due testimonianze – conseguente a una spinta accidentale, ma favorito dall'altezza irregolare del parapetto di protezione (settanta anziché novanta centimetri), gli aveva prodotto una frattura scomposta alla caviglia che aveva richiesto lunghe cure di riabilitazione. L'Ausl è ricorsa in appello, portando una nuova testimonianza, suffragata da perizie, secondo la quale nessuno aveva provocato la caduta accidentale, ma il paziente aveva fatto tutto da sé decidendo di affrettare l'uscita e passando come altri da quella finestra. E la Corte ha dato ragione all'Azienda.