Primo dibattito a quattro d'iniziativa delle associazioni di categoria davanti a una platea sensibile agli slogan facili

E' stato tutto un affannarsi a cercare oggetti metallici e a svolgere segreti riti di scongiuro da parte del pubblico che gremiva ieri sera la Sala Loria, un istante dopo che Davide Verri, attesa new entry nella corsa a sindaco accanto allo sperimentato MMAARR (Monica Medici, Annalisa Arletti, Riccardo Righi), in uno dei suoi slanci carichi di ingenua spontaneità ha gridato “Dobbiamo pensare ai giovani, perché noi qua fra cinque minuti potremmo non esserci più”. Potenza della semplicità: ha sollevato anche più di un applauso, il noto dirigente sportivo del quale non si conoscevano fino a ieri propensioni politiche, ma che ha dichiarato di militare già da qualche anno in questo Forza del Popolo, movimento populista e sovranista allo stato puro (“Non ritirate la scheda del voto europeo, fuori l'euro dall'Italia, fuori l'Italia dall'euro” ha detto nell'appello finale) ma senza le cattiverie di un Borghi o di un Paragone. La serata l'hanno organizzata le associazioni di categoria Cna, Confartigianato Lapam, Confcommercio e Confesercenti, per consentire a tutti i candidati di esprimersi davanti alla folta platea di commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, chiazzata qui e là dalle claque più o meno organizzate. Le cose, per il cronista al terzo di questi appuntamenti, sono parse talmente ripetute e scontate, perfino nelle virgole, che l'attenzione, almeno sulle prime, veniva attratta piuttosto dallo stile di comunicazione dei quattro: fermo e non privo di spilli polemici l'eloquio di Arletti, pacato e ragionatore, mai conflittuale quello di Righi, deciso nelle affermazioni fin quasi al parossismo quando si è toccato il tema Aimag per Medici, naturalistico e senza filtri l'incedere di Verri. Il fluire delle argomentazioni, regolato dai tempi strettissimi imposti dalla moderatrice, ha preso vie soprattutto parallele, di rado incrociandosi fino a sollevar scintille. segue

Le rispettive ragioni si sono pressoché sovrapposte, quando si è parlato di tessile e sistema moda: poche le analisi – ma non era la sede – e stessi rimedi, con il solo Verri a invocare la Carpi cinese dei bei tempi che furono, dove tutto si faceva qui e la città pullulava di operaie, artigiani, imprenditori e laboratori a piano terra. Le critiche sui grandi insediamenti commerciali svuotatori del dettaglio in centro hanno visto unite Arletti e Medici, divise però sui parcheggi (ne servono due multipiano e due a raso per la prima; non sono necessari grandi parcheggi perché intasano ancor di più la viabilità del centro per la seconda). “Riapriamo piazza Martiri alle auto e non ci sarà bisogno di parcheggi” ha tagliato corto Verri, mentre Righi ha concordato sul multipiano alla Meridiana, spostando però l'obiettivo sul creare più movimento in centro, anche valorizzando altri poli a ridosso, come la ex bocciofila e il mercato coperto. Una puntura polemica di Arletti a Righi (“Il tuo sindaco” gli ha rinfacciato) è partita quando si è parlato delle eccessive concessioni alla grande distribuzione da parte della Giunta uscente; “Mi chiamo Riccardo Righi e non Alberto Bellelli”, le ha risposto, ricordando come, prima di arrivare al Pug, gli sia toccato gestire per quattro anni un Prg con i relativi diritti acquisiti. La prospettiva di dar vita a una Pro Loco di promozione della città ha visto convergere Medici e Verri, come pure il riempire di più contenuti e tutti i giorni il palazzo – che ieri sera è tornato a essere il “castello” – con Righi a mettere in campo una strategia di più ampio respiro per un'alleanza con Modena, Reggio e Mantova e promuovere insieme grandi eventi culturali, ma anche lavoro e turismo. C'è stato il consueto batti e ribatti sulla viabilità, sulla bretella che ancora non c'è (Arletti, Medici), ma che ci sarà con lavori al via a settembre (Righi), sullo svincolo all'uscita dall'autostrada (ci avete messo tanto, doveva farlo l'Autobrennero, ma ora lo stiamo progettando noi), sull'eternità del passaggio a livello da sopprimere in via Roosevelt (se ne parla da secoli, sì, ma per la prima volta Rfi è stata indotta a predisporre tre ipotesi progettuali presentate la settimana scorsa). E' arrivato Verri a ricordare a tutti che con un solo binario non è possibile pensare a un efficiente collegamento ferroviario con Modena; Arletti ha evocato lo stato manutentivo delle strade, a partire dalla Remesina, e Medici scuoteva la testa ricordando come gli stessi problemi fossero stati oggetto di dibattito nella campagna elettorale di cinque anni fa e additando i grossi investimenti sulla corte di Fossoli (24 milioni) e sul piazzale della stazione (1,5 milioni) come risorse che potevano essere dirottate verso altri interventi più urgenti. segue

Apriti cielo su Aimag. E' l'unico bene pubblico di proprietà del Comune, hanno tuonato all'unisono Arletti e Medici, cercando di mettere in difficoltà Righi, incalzato per la sua acquiescenza alla progressiva influenza dominante di Hera in Aimag che potrebbe essere ingoiata gratuitamente dal colosso bolognese, mentre in sottofondo Verri accompagnava anche lui le critiche sulla mancata distribuzione dei dividendi, poi comunque avvenuta. E Righi, alle prese con la complessità un po' troppo semplificata dagli altri tre, ha dovuto chiarire che cosa intendesse per difesa dell'autonomia della mutiutility, tradotta poi come salvaguardia del controllo pubblico, mentre sui dividendi ha ricordato che l'originario stop alla loro distribuzione si legasse a un preciso parare dei revisori. Più quieto il dibattito sulla sicurezza, per la quale tutti hanno convenuto trattarsi di un diritto, tutt'al più con qualche distinguo circa il maggiore peso da dare alle forze dell'ordine e alle loro dotazioni (immancabile il riferimento di Arletti ai cani antidroga e alle pistole taser) o anche all'educazione di strada (Righi e Medici) e alla vivibilità dei luoghi (Righi) mentre Verri alzava inaspettatamente il tiro: «Un candidato sindaco non può dare la colpa al governo». Appello finale, con accenti collocati rispettivamente sulla opportunità del cambiamento (Arletti), sul ritrovare la fiducia e allargare lo sguardo (Righi), sull'idea del Sindaco come semplice olio lubrificante di un motore che sono tutti i cittadini (Medici) e sull'invito a non ritirare la scheda per il voto europeo (Verri): ma questa l'avevamo già detta. Applausometro spostato sul centro destra, data la platea di un ceto medio piuttosto iroso e sensibile ai richiami populisti. Ma erano uno su mille: ce la faranno?