Riaprono alcuni negozi di abbigliamento dando priorità al codice Ateco che lo consente

C’era un’aria particolare, questa mattina, in centro. Un’aria di primavera che pareva ben sposarsi con una iniziativa che ha accomunato alcuni negozi di abbigliamento per adulti, chiusi da settimane in ragione del Dpcm che vuole aperti solo quelli dedicati all’infanzia, oltre a quelli di biancheria intima e articoli sportivi o per l’attività all’aria aperta. Davanti alle loro serrande alzate, diversi passanti si saranno chiesti cosa sia cambiato, oggi, nel decreto che dispone aperture e chiusure.  Nulla, o meglio, questione di codici Ateco, quelli secondo i quali da oltre un anno si può o non si può tenere aperta la propria attività. Gli esercenti che all’interno del proprio negozio hanno sempre avuto anche, ma non solo, articoli di abbigliamento sportivo, ma in base al codice Ateco - che non considerava questi ultimi - avevano comunque dovuto chiudere, in questi giorni si sono preparati per riaprire, aggiungendo a quelli già in possesso, i codici direttamente collegati alla categoria merceologica e che avrebbe consentito loro di farlo. Tutto avviene nell’assoluto ossequio alle norme vigenti: all’interno dei negozi vengono venduti al dettaglio esclusivamente gli articoli consentiti (ad esempio tute, magliette, scarpe da ginnastica, costumi da bagno), mentre il resto – opportunamente reso inaccessibile da nastri rossi e bianchi – può essere visionato dal cliente e, come da un anno a questa parte, acquistato per poi essere consegnato a domicilio dall’esercente. 
 

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