Sondaggio sul parco dell'Oltreferrovia - 1: Carpigiani divisi tra natura e dotazioni

Hanno risposto in ottocento, al sondaggio "Un parco per la nostra città” ideato per raccogliere pareri sulla futura area verde dell'Oltreferrovia e i cui esiti sono visibili da oggi sul sito del Comune di Carpi. Scarsa o abbondante questa partecipazione al "...percorso di ascolto e confronto – c'è scritto nella prima pagina del rapporto – sulle tematiche e i contenuti che dovranno caratterizzare il grande spazio aperto tra la ferrovia, via Tre Ponti e via Corbolani”? Lo lasciamo dire all'assessore all'Urbanistica, Riccardo Righi che intervistiamo a parte. Di certo, non ha giovato il breve periodo prescelto – i mesi di giugno e luglio e una parte di maggio –condizionato dalla scadenza del settembre 2022 assegnata per la realizzazione della futura sede universitaria che detta i tempi anche per le opere di urbanizzazione primaria (strade, fogne, reti e allacciamenti) e secondaria, quest'ultima coincidente con il parco da completare entro il 2022. Il 45 per cento delle risposte è arrivato da persone comprese fra i 31 e i 50 anni, percentuale che sale al 73 includendo anche gli ultracinquantenni, mentre la fascia sotto i trent'anni si ferma al 27 per cento, con netta prevalenza dei giovani compresi fra i 21 e i 30. A una prima scorsa, il sondaggio parrebbe fotografare una sorta di dissociazione di fondo fra i cittadini che hanno risposto ai quesiti. Da una parte c'è una fortissima opzione naturalistica, con aspettative di boschi e alberature, sottolineata dall'alta percentuale di chi pone come motivo principale della propria frequentazione dei parchi lo “stare in mezzo al verde” e di chi assegna al futuro parco soprattutto la funzione di contrastare i mutamenti climatici. dall'altra, invitati a specificare quali contenuti dovrebbe avere il futuro parco, c'è uno scatenamento di richieste che vanno – procediamo in ordine discendente – dalla presenza di distributori di acqua e fontanelle (la più gettonata), ai percorsi fitness attrezzati e liberi, passando per percorsi formativi di lettura e biblioteca, aree per socializzare, area pic-nic con barbecue, servizi igienici, percorsi ciclabili, aree per il bike sharing e rastrelliere, area giochi inclusiva, percorsi sensoriali con piante aromatiche, postazioni per la ricarica dei telefoni e wi-fi gratuito, perfino aree per sgambamento cani. Un buon 27,5 per cento resiste peraltro nella richiesta di “spazi naturali senza dotazioni”,  tant'è che quando il cittadino viene chiamato alla sintesi, rispondendo semplicemente alla domanda "come ti immagini il futuro parco?” sulla base di due sole opzioni, allora l'istanza "aree boscate (polmone naturale di ossigeno)” mette a segno un 65 per cento che sbaraglia tutte le altre opzioni, dagli specchi d'acqua alle grandi distese verdi che consentano la veduta della città, dalla richiesta di silenzio ai prati stabili, dalle differenze di quota per individuare aree riservate alla continuità con lo spazio agricolo.

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