Traversa San Giorgio: un...addendum al posto del sovrappasso

Si chiama “addendum” (appendice, aggiunta) la pietra – o il macigno, che dir si voglia – posta sull'ipotesi di un sovrappasso da realizzare a opera della Fondazione Cassa di Risparmio per raggiungere il Parco Santacroce che l'Ente sta realizzando nella frazione. La rinuncia era nota da tempo. Il Consiglio comunale dell'altra sera l'ha formalizzata con il voto favorevole di Pd/Carpi2.0, quello contrario dei 5 Stelle e l'astensione di tutti gli altri, con il citato addendum, che ha modificato, limitatamente a questa parte, l'atto preliminare di indirizzo sottoscritto a fine 2020 da Comune e Fondazione circa i tre grandi investimenti di palazzo Brusati: il Parco santacroce, appunto, il palazzetto dello Sport e l'erigendo Tecnopolo divenuto sede staccata dell'Università di Modena e Reggio. 

Rispetto alla mole di impegni che legano i due enti in quell'accordo preliminare che riguarda investimenti per 25 milioni, la variazione relativa alla rinuncia al sovrappasso decisa dalla Fondazione rappresenta un dettaglio di poco conto, ha il peso di una virgola, rispetto al testo di un romanzo. Perché alla fine l'attraversamento sopraelevato viene sostituito da uno a raso sulla stessa Traversa San Giorgio, progettato dal Comune e finanziato con 50 mila euro dalla Fondazione. Ma è un particolare, una virgola che ha un po' indispettito la consigliera Monica Medici, dei 5 Stelle – unica, poi, a votare contro – che l'ha ritenuta il segnale che ancora una volta si considerano pedoni e ciclisti utenti di serie B rispetto ad auto e camion. A questo, del resto, ha commentato la Consigliera, servono i semafori a chiamata sulle strade: a ribadire che gli automezzi vengono prima della mobilità fragile. E se c'erano problemi di costi per la Fondazione, si è chiesta, non poteva essere il Comune a subentrare?

 

La replica dell'assessore Riccardo Righi, che si è pur detto dispiaciuto per il ripiego, non poteva che essere tecnica (si profilavano rampe lunghissime per alleviare le pendenze, per di più con una curva in quota, e relativo impatto ambientale) ed economica (1,2 milioni, inclusi i prevedibili espropri). Sono ragioni invocate in tutta autonomia dalla Fondazione, ha sottolineato Righi, che le ha peraltro condivise alla luce del forte impegno dell'Ente sugli investimenti. Né poteva subentrare il Comune che ha altre priorità, ha affermato, per non dover dire che soldi non ce ne sono. Ha solo lasciato lo aperto lo spiraglio di una possibilità che un giorno vi si possa pensare, al sovrappasso: ma è parsa un'ipotesi piuttosto remota.