Si è svolto ieri, 19 luglio

Carpi, Navigare: la proprietà di nuovo assente al tavolo del Mise

Nessuna novità per la vertenza Manifattura Riese, azienda carpigiana a cui fa capo il marchio di abbigliamento maschile Navigare. La proprietà ha di nuovo disertato il tavolo in modalità digitale organizzato ieri, lunedì 19 luglio, al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) e stavolta non vi ha partecipato neppure il liquidatore Maurizio Corvaja. Unica controparte è rimasta Confindustria, che non condivide l'assenteismo dei proprietari nelle trattativa, ma alla quale i sindacati chiedono a questo punto una esplicita presa di distanza dalle scelte dell'azienda. Che torneranno al centro di un ulteriore tavolo di trattativa al Ministero del Lavoro il 28 luglio, quando il blocco dei licenziamenti starà per finire, se non interverrà un accordo e i sindacati Filcams Cgil, Filtem Cgil e Femca Cisl si apprestano a imbastire cause legali per ciascuno degli 82 addetti.

Ricordiamo che a fine aprile Manifattura Riese è stata venduta dal socio di maggioranza, il Fondo Consilium – subentrato cinque anni fa e detentore dell’80 per cento delle quote, mentre il 20 per cento appartiene alla Navy Group di Massimo Brunetti, membro della famiglia fondatrice dello storico marchio – alla Luchi Fiduciaria di Milano che, dopo pochi giorni, l’ha messa in liquidazione e ha avviato una procedura di licenziamento per gli 82 dipendenti tra cui circa la metà impiegati nella sede di Carpi e gli altri negli outlet e nei negozi di proprietà sparsi in tutta Italia (leggi qui). A nulla sono serviti gli scioperi dei lavoratori (leggi qui), i tavoli in Regione, la solidarietà da parte delle istituzioni: la proprietà, pur non partecipando agli incontri promossi dai sindacati, ha fatto sapere tramite il liquidatore Maurizio Corvaja, di non avere intenzione di intraprendere alcuna trattativa. L’ultimo sciopero, sabato scorso (leggi qui), ha coinvolto tutti i punti vendita Navigare sul territorio italiano e venerdì 23 luglio i sindacati annunciano di voler organizzare volantinaggi a sostegno della vertenza in occasione del mercato di Rio Saliceto, dove Manifattura Riese è stata fondata nel 1961 e dove è rimasta fino all’inizio del 2021, quando ha traslocato a Carpi (leggi qui).

 

"L’unica risposta fornita dall’azienda, dopo l’annuncio della chiusura, si è concretizzata con l’apertura della cassa integrazione Covid fino al 31 luglio 2021, data oltre la quale non si sa quale possa essere il destino di un’azienda storica, di un marchio prestigioso (Navigare) e di circa 80 lavoratrici e lavoratori – scrivono i sindacati –. Le organizzazioni sindacali, le istituzioni e soprattutto i lavoratori, sono sempre più convinti che dietro questa ventilata chiusura con conseguenti licenziamenti si nascondano manovre atte esclusivamente a trarre profitto, a danno delle persone colpite e senza minimamente pensare di dare continuità alle attività produttive. Tutto questo nonostante i conti finanziari e le vendite dimostrino che la Manifattura Riese non sia un’azienda da chiudere".