Una vita agli antipodi

Francesco Patriarca, marketing manager carpigiano, con la compagna Moon Kim, designer coreana: hanno scelto di vivere ad Auckland (Nuova Zelanda) e di farvi conoscere il design italiano

Lui, Francesco Patriarca, trentanovenne carpigiano marketing manager. Lei, Moon Kim, trentaquattrenne designer d’arredamento di origine coreana. Loro, la società “Buongiorno Design, Good Italian Design” con sede ad Auckland in Nuova Zelanda, il paese dei Maori, dall’altra parte del globo, raggiungibile con circa ventisei ore di volo. Trama di un film? No, anche se viene spontaneo pensare al titolo di “Pane, amore e fantasia” con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida uscito nel 1953. Tre parole che raffigurano ugualmente bene tempi e mondi diversi di una società in rapido e continuo cambiamento.

 

Ma andiamo con ordine. Francesco Patriarca, una laurea in Cultura e Tecnica della moda, alle spalle un lungo percorso lavorativo negli uffici marketing di Champion Europe, a Carpi, e dell'Atlas Concorde di Fiorano, figlio dell’ex senatore carpigiano Edoardo Patriarca, conosce Moon Kim a Milano, undici anni fa quando frequentava il Corso di laurea di Industrial Design allo IED (Istituto Europeo di Design). «La mia compagna è una kowi – precisa Patriarca – che per i neozelandesi significa korean-kiwi. Ha fatto in Italia le superiori e parte della sua famiglia vive qua. Dopo tredici anni nel nostro paese, Moon voleva tornare a casa, quindi le ho chiesto se potevo seguirla». E così, nel novembre 2020, atterrano insieme ad Auckland, la grande città metropolitana situata nel Golfo di Hauraki nell’Isola del Nord della Nuova Zelanda, tra le catene montuose di Hunua e di Waitakere, con foreste pluviali e vulcani spenti, tra il porto di Manukau sulla Mar di Tasmania e il porto di Waitemata sull’Oceano Pacifico. «Il primo impatto è stato molto posotivo – sostiene Patriarca – perché qui la gente è estremamente solare e sono molto gentili, se possono ti aiutano, curiosi nell’apprendere che qualcuno viene da tanto lontano. Posso dire che, soprattutto Auckland, è un crogiolo culturale dove si fanno un vanto della diversità: c’è quindi di tutto e per una coppia mista come la nostra è molto più semplice vivere. A livello di abitudini ci si alza molto presto e si cena alle 18-18,30 però è molto divertente perché dopo hai una serata molto lunga». La Nuova Zelanda ha, in generale, un’economia molto solida, basata su turismo, edilizia, agricoltura, pesca, allevamenti giganteschi di bovini e ovini con grandi esportazioni di carne, in particolare verso la Cina.

In quel Paese agli antipodi Patriarca porta così una ventata di italianità quando, insieme a Kim, decidono di aprire la società “Buongiorno Design, Good Italian Design” come agenti delle Ceramiche Atlas Concorde, produttrice di pavimenti e rivestimenti d’eccellenza per ogni ambiente. Il lavoro parte bene, il paese costruisce a tutto spiano e quando nascono le problematiche legate al Covid, in tanti iniziano a investire nelle ristrutturazioni di case e di edifici di vario genere e, di conseguenza, il mercato delle piastrelle si stava avviando molto bene. Poi, due mesi fa, un nuovo lockdown e tutto si è fermato: «Quando sono arrivato qua lo scorso anno a novembre – ricorda ancora Patriarca – la Nuova Zelanda era Covid free quindi c’erano eventi senza nessuna mascherina come se la pandemia non fosse mai esistita. Poi hanno aperto le frontiere ad alcune isole del Pacifico e all’Australia e questo ha portato dei contagi. Auckland e le regioni a nord e a sud, sono a lockdown duro mentre il resto della nazione è al livello due, che vuol dire molta libertà, sì, ma con gli incontri di lavoro molto contingentati. Proseguono le vaccinazioni e quando raggiungeranno il 90 per cento su scala nazionale dovrebbero riaprire, probabilmente verso Natale. La gran parte della popolazione segue le norme governative, non c’è l’obbligo della mascherina all’aperto, ma per strada tutti la portano, sono tutti estremamente attenti e ligi al dovere. Solo una piccola estrema minoranza – fa presente – non vuole vaccinarsi e ci sono alcune dimostrazioni, ma parliamo di numeri ridicoli”. E' un periodo molto difficile per tutti, quello della pandemia, e per questo è stato tanto più coraggioso il cambio di vita per Francesco Patriarca: «In realtà – sottoliena – dovevamo partire prima, con la nostra iniziativa. Il Covid ci ha però rallentati, ma fino ad ora andava tutto molto bene. Poi, con il lockdown si è fermato tutto come successo in Italia qualche mese fa. Devo dire tuttavia che in questo anno si è costruita una marea di alberghi che lascia intravedere una riapertura a breve e un rilancio del turismo. Dal punto di vista lavorativo, io e Moon, abbiamo intenzione di ingrandirci, inserendo altri brand, ma sempre e solo a marchio Made in Italy, perché qui ha un appeal molto forte. E – conclude – abbiamo tutte le intenzioni di costruire qui la nostra famiglia e la nostra vita».