"Per raggiunti limiti di età", spiega l’imprenditore che in città ha ricoperto anche diverse cariche pubbliche

Carpi, chiude il maglificio Aldo Gherpelli

Dopo 47 anni di attività chiude Aldo Gherpelli, azienda carpigiana specializzata nel cashmere e nella maglieria da donna e da uomo di alta qualità rigorosamente made in Italy. Il 31 dicembre si abbasseranno definitivamente le saracinesche di un’altra azienda storica del distretto, ma stavolta la “colpa” non è da imputare alla crisi, o perlomeno, non soltanto. «Abbiamo deciso di chiudere per raggiunti limiti di età. La nostra azienda è sempre stata a conduzione famigliare e mio figlio fa tutt’altro mestiere – spiega Aldo Gherpelli, titolare dell’azienda, affiancato dalla moglie che è al timone della parte creativa –. Devo ammettere tuttavia che gli ultimi due anni, con la pandemia, sono stati tremendi: noi lavoriamo direttamente con i negozi che hanno subito un contraccolpo durissimo. Ancora oggi fanno fatica a riprendersi. Avevamo già intenzione di cessare l’attività e l’emergenza sanitaria non ha fatto altro che incentivare la nostra scelta. Lasciamo senza alcun rimpianto – prosegue – ci siamo dedicati anima e corpo alla nostra impresa, facendo il lavoro che ci piaceva e che ci ha dato grandi soddisfazioni e, inevitabilmente, pure qualche grattacapo».

Gherpelli, classe 1945, è originario di San Martino in Rio. Ha cominciato a muovere i primi passi nel settore a 15 anni, vendendo i filati ai maglifici di Carpi. «Negli anni Sessanta in ogni casa, nei solai e nei garage c’era una macchina da maglieria, anche mia madre ne aveva una – ricorda –. Dopo aver fatto un po’ di esperienza ho iniziato a lavorare come direttore per alcuni maglifici della zona. Nel1974 ho deciso di mettermi in proprio e di aprire un’attività insieme a mia moglie. Inizialmente facevamo soltanto produzione per conto terzi e poi abbiamo introdotto il nostro marchio».

Nel 1985 dal piccolo laboratorio annesso a casa, a Fossoli, l’impresa si è trasferita in una zona più comoda, visibile e di passaggio, al civico 127 di viale Manzoni, dove si trova tuttora. Neanche a dirlo, il periodo d’oro sono stati proprio gli anni Ottanta, quando il maglificio Aldo Gherpelli ha raggiunto dieci dipendenti, senza contare i collaboratori esterni e i vari laboratori a cui si appoggiava.

«Esportavamo in Germania, Giappone e Stati Uniti e nel frattempo lavoravamo per le più prestigiose firme della moda – racconta Gherpelli –. Poi dal 1992 è stato tutto un susseguirsi di crisi, sempre più pressanti, fino a quella peggiore, nel 2008. La pandemia infine ha definitivamente messo in ginocchio un settore già martoriato».

Oltre che per la sua attività imprenditoriale, Gherpelli è noto in città per il suo impegno pubblico più che ventennale. «Anche in questo campo ho ottenuto molte soddisfazioni – rivela –. In primis devo ringraziare la mia associazione, la Cna, che mi ha supportato in tutti questi anni e di cui sono stato presidente per un decennio».

Tra gli anni Settanta e i Novanta, Gherpelli ha ricoperto altre cariche importanti, come quella di consigliere nel consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Carpi (per cinque anni) e di co-fondatore, insieme a Loredana Ligabue e a Confindustria, del Citer (Centro informazione tessile Emilia Romagna). «Grazie al Citer e al sindaco dell’epoca, Werther Cigarini, abbiamo realizzato un gemellaggio con la città statunitense di Lexington in Kentucky – ricorda –. Siamo stati chiamati a condurre dei seminari all’Università del posto, dove abbiamo portato le nostre esperienze e parlato del  distretto di Carpi».

Una volta lasciati i suoi incarichi “istituzionali”, Gherpelli ha abbandonato la scena pubblica, continuando però a rappresentare un punto di riferimento in città per i suoi prodotti pregiati e per il cashmere di alta qualità.

«Ho cercato di fare quello che sapevo fare, spero nel migliore dei modi possibili – dice – e di avere lasciato a Carpi (ma anche altrove) un buon ricordo del mio prodotto».

Sulle previsione post-pandemia del distretto locale, non si sbilancia. «Mi auguro vivamente che Carpi abbia la possibilità e le opportunità per ricominciare. Si merita un grande futuro».

Fino al 31 dicembre Gherpelli e la moglie sono presenti nello spaccio aziendale di viale Manzoni, dove è in corso la liquidazione di tutta la merce. Poi si godranno il meritato riposo. «Non ci annoieremo di sicuro: abbiamo tantissimi hobby a cui non potevamo dedicarci per mancanza di tempo – conclude –. Uno su tutti: viaggiare».