Cassa straordinaria di 12 mesi e incentivi all'esodo

Carpi, raggiunto un accordo per la vertenza Navigare

Manca la firma definitiva, ma l’accordo tra le parti c’è. Dopo mesi di contrattazioni sembra che, lunedì 8 novembre, la vertenza Navigare possa arrivare a una conclusione ufficiale. Lo storico marchio, a cui fa capo Manifattura Riese, azienda fondata negli anni Sessanta a Rio Saliceto e trasferitasi a Carpi nel gennaio del 2021, è al centro di una complicata trattativa ancora in corso per tutelare i 60 dipendenti tuttora rimasti dagli iniziali 82. A fine luglio (leggi qui) era stato raggiunto un primo risultato per scongiurare i licenziamenti a seguito della procedura avviata dall’azienda il 14 maggio e che dal primo agosto avrebbe potuto diventare realtà.

Venendo incontro alle richieste sindacali, l’azienda aveva deciso di sospendere la procedura di licenziamento, prorogando la cassa integrazione Covid fino al 27 ottobre. Dopo una prima riunione interlocutoria avvenuta la settimana scorsa (leggi qui), oggi le parti interessate – vale a dire rappresentanti sindacali, Rsu aziendale, Ministero del Lavoro e liquidatore insieme ai legali – si sono di nuovo incontrate. L’obiettivo di garantire ai dipendenti un altro anno di cassa integrazione straordinaria prevista dal Decreto Genova in caso di cessazione di attività aziendale è stato raggiunto. «La firma definitiva è rinviata a lunedì 8 novembre per una questione tecnica, però abbiamo di fatto preso l’accordo per la cassa integrazione straordinaria di 12 mesi – spiega Sergio Greco di Filctem Cgil –. La procedura di licenziamento diventerà volontaria per chi vorrà uscire dall’azienda e ci sarà anche un piccolo incentivo all’esodo. Tutti gli altri dettagli li definiremo lunedì prossimo, però possiamo affermare che l’accordo tra le parti è preso. Manca soltanto un dato formale che ci costringe a rivederci lunedì, sempre in video collegamento con il Ministero». (prosegue)

 

A fine aprile Manifattura Riese è stata venduta dal socio di maggioranza, il Fondo Consilium – subentrato cinque anni fa e detentore dell’80 per cento delle quote, mentre il 20 per cento appartiene alla Navy Group di Massimo Brunetti, membro della famiglia fondatrice dello storico marchio – alla Luchi Fiduciaria di Milano che, dopo pochi giorni, l’ha messa in liquidazione e ha avviato una procedura di licenziamento per gli 82 dipendenti (leggi qui) tra cui circa la metà impiegati nella sede di Carpi e gli altri negli outlet e nei negozi di proprietà sparsi in tutta Italia. Dall’inizio di maggio i lavoratori, supportati da sindacati e istituzioni locali, hanno intrapreso una serie di iniziative di mobilitazione e di sciopero (leggi qui, qui e qui).