Il consuntivo 2018 nel contesto di importanti avvicendamenti

Cmb alla svolta generazionale

Nel discorso di Carlo Zini l’orgoglio di un’azienda che sa unire tradizione e novità

«La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti». La citazione da Soeren Kierkegaard è del presidente Carlo Zini che si è accostato al filosofo danese dopo aver acquisito con Cmb la realizzazione dell’ospedale di Odense, la città natale di Hans Christian Andersen. Citazione non casuale e che fotografa bene il momento nel quale è caduta l’assemblea dei soci del colosso cooperativo chiamata sabato scorso ad approvare il consuntivo 2018 del Gruppo. Un momento che, per dire, vede da una parte il commiato dall’organigramma dirigenziale, dopo aver segnato un quarantennio della vita dell’azienda, del vicepresidente, l’ingegner Ruben Saetti, 67 anni. E dall’altra l’ascesa ai vertici aziendali, per la prima volta in centodieci anni, di due donne ingegneri: Siriana Bertacchini, modenese, in Cmb da 30 anni e strettissima collaboratrice di Saetti al quale succede come responsabile proprio della Divisione project financing e Servizi; e Barbara Maccioni, toscana, entrata tre anni fa e che ora assume la guida della nuova Direzione Business Development che si incaricherà sia dell’innovazione delle procedure dell’impresa che della struttura commerciale, imperniata soprattutto sull’estero e sulle concessioni ospedaliere. Si aggiunga a questi avvicendamenti ai piani alti il dato di 75 nuove assunzioni – 43 impiegati e 32 operai, per la metà sotto i 35 anni – avvenute nel solo 2018 rispetto alle 3 dei sei anni precedenti e si capisce quanto sia pregnante l’idea di un’azienda che vuole vivere “in avanti”, pur avendo dietro di sé una storia ultrasecolare. Svolta e rinnovamento nelle persone, dunque, nell’ambito di una riorganizzazione aziendale intrapresa da tempo, che qualche preoccupazione la dà, quando si pensi ai modi in cui le vecchie generazioni dei soci considerano la cooperativa e al contesto nel quale Cmb si trova a competere, dopo essere sopravvissuta, da sola, al nubifragio che ha travolto la cooperazione edile emiliano romagnola e alla crisi di un settore che ha visto le grandi imprese nazionali delle costruzioni ridursi da una quarantina che erano dieci anni fa alle cinque di oggi. È un momento delicato, riassumibile nella necessità di attrezzarsi per affrontare nuove sfide, senza disperdere il sapere e l’esperienza accumulata dai veterani. Giovane non ancora trentenne, del resto, lo era anche Saetti, quando entrò in azienda e iniziava il percorso che ne avrebbe fatto il più qualificato esploratore della terra promessa del project financing, diventando uno dei punti di forza dell’azienda in termini di produzione di fatturato: «Staccarsi al cento per cento non sarà facile – ha commentato lui stesso, destinato comunque a seguire ancora alcuni progetti specifici –, ma ora occorre fare spazio a persone giovani che potranno come me contare su un ambiente eccezionale e con una forte propensione all’innovazione». Sono le qualità di Cmb che hanno voluto richiamare anche Siriana Bertacchini (“È come ereditare un libro con tante pagine già scritte dalla capacità di Ruben Saetti di prendere iniziative coraggiose e di far crescere i collaboratori, e altre ancora da scrivere”) e Barbara Maccioni, quando ha sostenuto che nessuna delle aspettative nutrite al momento di entrare in azienda è andata delusa. Lavoreranno in tandem: una, Maccioni, a trovar lavori e l’altra, Bertacchini, a realizzarli. E hanno l’aria di due che ce la faranno.  

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