Visita alla sede dell'azienda carpigiana con il ceo Paolo Munari

Varcotex, la filiera corta come via alla sostenibilità e alla ripartenza di tutto il settore moda

Stamattina l’azienda di labelling carpigiana Varcotex ha aperto le sue porte alla stampa locale e di settore. Il ceo Paolo Munari ha presentato con orgoglio le attività dell’impresa che a Carpi, in via Edison, ha il suo quartier generale con lo stabilimento produttivo, gli uffici e il comparto grafico, ma che ha da poco aperto anche una sede con il reparto creativo a Milano, in corso Como, nel cuore pulsante della moda italiana. (prosegue)

Made in Italy, designed in Milan, made in Carpi è il motto dell’azienda, 70 dipendenti (più della metà donne), l’unica in Europa a ciclo produttivo completo per cartellini, etichette tessute, stampate e in pelle che da tempo punta sulla filiera corta come unica via alla sostenibilità e alla ripartenza di tutto il settore moda e che nei mesi scorsi ha lanciato la nuova campagna ZERO KM-Close to You (leggi qui).

L’impegno green è, da anni, una priorità per Varcotex che, oltre alla filiera corta, ha messo in campo altre azioni come iniziative di responsabilità sociale e collezioni eco-sostenibili. Tra queste ultime spicca Biolabel, un’etichetta tessuta totalmente etica, nata per essere rispettosa dell’ambiente, completamente riciclabile e rinnovabile. E’ un prodotto di cellulosa che proviene 100 per cento da materie prime naturali, è 100 per cento biodegradabile e 100 per cento plastic free. La sua materia prima deriva da compost organico biodegradabile ed eco-sostenibile.

Valore aggiunto di Varcotex, come ha più volte sottolineato Munari nel “giro” tra i vari reparti della sua azienda, è la produzione totalmente interna grazie alla disponibilità di un centinaio di macchinari di ultima generazione che consentono di coprire tutte le fasi del processo produttivo e di realizzare ogni giorno circa 1 milione e 300 mila etichette tessute, un milione e 100 mila cartellini e 1 milione di etichette stampate. Tra i suoi clienti, i più importanti brand di moda e del lusso nel mondo, come, soltanto per citarne alcuni, il gruppo Kering (Gucci, Bottega Veneta), Dolce&Gabbana, Moncler, Moschino, Dior, Ferragamo, Max Mara, Bulgari. Una clientela prestigiosa che ha permesso di aumentare il fatturato aziendale, nonostante la pandemia. Secondo gli ultimi dati, Varcotex prevede di chiudere il 2021 a 12 milioni di fatturato, aumentando il suo giro d’affari del 10 per cento rispetto al 2019, che già rappresentava l’anno record dalla fondazione della società che risale al 1982. Rispetto al 2020 poi, ha fatto registrare un più 50 per cento di fatturato.

«Grazie alla produzione interna possiamo offrire soluzioni dall’alto contenuto tecnologico e anche stilistico – afferma l’imprenditore –. Il 70 per cento delle etichette e dei cartellini provengono dall’estero, soprattutto dalla Cina, ma in questo modo si disperde un enorme patrimonio di conoscenze e competenze che noi invece cerchiamo di mantenere e valorizzare. Senza contare l’impatto ambientale: con la nostra produzione a Km 0 possiamo a buon diritto affermare di avere un occhio di riguardo verso la sostenibilità».

Sostenibilità che sta diventando una parola chiave nel vocabolario delle aziende del settore. Moda o necessità? «L’attenzione all’ambiente ormai è diventata una priorità anche se a volte è difficile capire se si tratta soltanto di greenwashing o di azioni realmente sostenibili –  puntualizza Munari –. Le aziende dovrebbero fare investimenti veri in questa direzione».

Varcotex – che ha ottenuto certificazioni come Global Recycled Standard,  Oeko-Tex Standard 100, FSC, ISO 9001 e ambientale ISO 14001 – lo sta facendo da anni tramite una serie di iniziative che vogliono di migliorare l’attenzione all’ambiente: dal Varcobosco di via San Giacomo (dove dal 2019 sono in via di piantumazione centinaia di alberi con forte biodiversità) al ricambio del parco autovettura aziendale con macchine elettiche, fino all’installazione di pannelli fotovoltaici.