Tantissimi carpigiani hanno seguito l'immagine della Madonna e il vescovo Castellucci

Folla di fedeli alla tradizionale processione dell'Assunta

L'omelia del vescovo incentrata sul Magnificat di Maria di Nazareth

Folla di fedeli anche quest'anno per l'appuntamento liturgico di mezza estate: i carpigiani sono intervenuti numerosissimi alla celebrazione della solennità dell'Assunta che ha avuto luogo in Cattedrale, dove il vescovo monsignor Erio Castellucci ha presieduto il pontificale, per guidare poi guidato la processione con l'immagina della Madona per le vie del centro storico nel rispetto delle norme anti-Covid 19. Quest'anno, sempre per evitare assembramenti spontanei, il Vescovo ha pronunciato l'omelia nel corso della messa e non, come da tradizione, al termine della processione. All'inizio della celebrazione, dopo il saluto del vicario generale monsignor Gildo Manicardi, ha avuto luogo la consegna della documentazione e delle 700 firme raccolte in Diocesi per la richiesta di avvio del processo di beatificazione di don Francesco Venturelli, arciprete di Fossoli assassinato nel 1946 davanti la porta della sua canonica, da parte di don Carlo Truzzi e dell'ingegner Antonio Gelli, rappresentanti del gruppo "Scintilla" di Carpi.

Nella sua omelia, monsignor Castellucci, ha ricordato che Dio ha sì un braccio paterno, onnipotente e terribile per i nemici del suo popolo, ma ha anche un braccio "materno", accogliente e affettuoso per i suoi figli: "Nel suo canto di lode - ha sottolineato il preesule riallacciandosi al brano del Vangelo del giorno che proponeva il suo "Magnificat" -, Maria ricorda il braccio potente del Signore in tutti e due i significati: da una parte Dio disperde i superbi e rovescia i potenti dai troni e dall’altra innalza gli umili; da una parte Dio rimanda i ricchi a mani vuote e dall’altra ricolma di beni gli affamati".

"Quello che è successo a Maria (non la morte fisica, ma l'assunzione in cielo, ndr) succederà anche a noi - ha concluso il vescovo -: dopo la morte non ci attende l’aula di un tribunale, ma un abbraccio paterno e materno. Ci sarà certo il giudizio, cioè la discriminazione tra il male e il bene che avremo compiuto; ma sarà il giudizio dei genitori e non il giudizio dei magistrati. Quanto più avremo amato, tanto più saremo accolti nell’abbraccio eterno del Signore. È questa la “potenza del suo braccio” cantata oggi da Maria".