La tradizionale processione ferragostana ha percorso le strade del centro storico

L'Assunta sotto il segno della pace

Particolarmente dedicata ai temi della pace e della convivenza civile la celebrazione di quest'anno dell'Assunta che, ormai dai più di 500 anni si tiene a Carpi il giorno di Ferragosto per ricordare la solennità religiosa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria. In mattinata, il rito in una Cattedrale gremita di gente e poi la processione per le vie del centro con la cinquecentesca immagine della Madonna, guidata dal vescovo Erio Castellucci, con il clero cittadino e un concorso imponente di fedeli carpigiani a cui si sono aggiunti anche gli ucraini residenti a Carpi e quanti, sfollati a causa della guerra, vengono attualmente ospitati in città.

"Da quasi sei mesi - ha ricordato all'omelia monsignor Castellucci -, quando invochiamo Maria “Regina della pace” pensiamo alla guerra scatenata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia; un conflitto così rovinoso proprio dentro l’Europa, con conseguenze su tante altre popolazioni; un conflitto che ha scavato solchi più profondi all’interno del mondo cristiano, tra cattolici e ortodossi e nel seno delle stesse Chiese ortodosse; un conflitto che aggrava le già molte crisi in atto: crisi economiche, energetiche, ambientali, migratorie, sanitarie. Nessuno di noi ha il potere di entrare nella cabina di regia e fermare queste tragedie. Continuiamo a stupirci per l’incapacità degli esseri umani di imparare qualcosa dai drammi della storia; continuiamo a provare un senso di rabbia e impotenza per le “inutili stragi”, come disse papa Benedetto XV della prima guerra mondiale, che servono solo ad annientare la vita e fomentare il risentimento".

"La storia umana - ha concluso il Vescovo - non è nelle mani dei superbi, che si costruiscono i loro troni sulla pelle degli umili, dei poveri, dei semplici. Sul momento, certo, hanno la meglio, perché il trono è alto, sembra sicuro e inattaccabile, li pone al riparo dai disastri che loro stessi hanno causato; ma poi i troni, inevitabilmente, crollano, i muri dell’odio vengono smantellati, le grandi statue sono prese a martellate. E il giudizio della storia travolge i superbi; il Signore saprà poi fare giustizia, con i suoi inaccessibili criteri, anche oltre la storia". Il rito è stato concelebrato dal vicario generale della Diocesi di Carpi, monsignor Ermenegildo Manicardi e da don Alessandro Sapunko, parroco della comunità ucraina di rito greco-cattolico di Carpi.