A Palazzo Pio si sta preparando ''Il rumore della memoria'' una grande esposizione d'arte legata ai 50 anni del Museo al Deportato (gennaio-maggio 2024)

Ha tutti i crismi di una eccezionale retrospettiva sulla creatività artistica legata all'esperienza della seconda guerra mondiale e della deportazione e che ebbe importanti ricadute su tutta l'arte italiana del secondo Novecento il percorso espositivo che stanno preparando i Musei di Palazzo Pio per ricordare i cinquant'anni del Museo Monumento al Deportato di Carpi. L'inaugurazione è prevista per il prossimo 27 gennaio 2024 e la mostra, dal titolo "Il rumore della Memoria: arte e impegno civile per i cinquant'anni del Museo al Deportato”, resterà allestita fino all'1 maggio. Il tutto si desume dalla delibera di stanziamento approvata in questi giorni dalla Giunta, basata sul progetto culturale a firma di Ada Patrizio Fiorillo e Lorenza Roversi. In esso è previsto che il percorso dell'esposizione si articoli in due segmenti. Il primo raccoglie i bozzetti originali delle opere graffite che decorano le sale del Museo, realizzati da Renato Guttuso, Corrado Cagli, Fernand Léger, Pablo Picasso e Alberto Longoni, gli artisti che collaborarono con il grafico Albe Steiner al format del Museo. Sempre qui saranno esposti anche i disegni del progetto dell'architetto Ludovico Barbiano di Belgiojoso utilizzati per ricavare l'istituto dai locali al piano terra di Palazzo Pio. A quel progetto, Belgiojoso si accinse spinto anche da ragioni personali, essendo stato internato durante l'ultimo conflitto mondiale nel Campo di Fossoli prima di essere trasferito nel lager di Gusen, dove riuscì a sopravvivere, a differenza di Gian Luigi Banfi, suo socio nel prestigioso studio di architettura Bbpr di Milano, che vi morì nel 1945. Completano questo segmento dell'esposizione le opere di sedici artisti realizzate durante gli anni della guerra (1939-1945) e immediatamente successivi, che vollero testimoniare il loro "esserci” nei sentimenti, nei ricordi e nelle riflessioni legate a quella drammatica stagione, da Aligi Sassu a Giacomo Manzù, passando per Carlo Levi, Emilio Vedova, Ernesto Treccani, Bruno Cassinari, Renzo Vespignani, oltre a ulteriori dipinti risalenti sempre al periodo bellico degli artisti che hanno decorato il Museo e al celebre "Resistere!” di Paul Klee del 1940. Si tratta di originali provenienti da collezioni private e istituzioni italiane e straniere. segue

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