Applausi al Rigoletto classico e a quello riletto in prosa, in scena al Comunale per il circolo Pavarotti

La rappresentazione di mercoledì sera del "Rigoletto” al Teatro comunale, per iniziativa del Circolo liirico culturale "Luciano Pavarotti”, ha affrontato il lavoro verdiano giocando sul dualismo "Dramma" e "Melodramma". Così, è stato concepito uno spettacolo nettamente in due parti, distinte sì, ma al tempo stesso, correlate. Insomma, il "Dramma" è una rilettura linguistico-scenica del libretto originale di Francesco Maria Piave, tradotto in linguaggio contemporaneo e drammatizzato perché fosse veramente "Prosa". E così è stato: il gruppo di attrici e attori, sapientemente coordinato da Paolo Dall'Olio, ha reso vivo e sincero il dramma verdiano, giocando sulla coralità e lo straniamento, sulla singolarità (Duca, Rigoletto, Gilda, Maddalena) e lo sdoppiamento (Sparafucile e i personaggi collaterali). Sono tutti attori conosciuti, qui da noi, e tutti decisamente dei valorosi interpreti. Senza far torto a nessuno, dobbiamo segnalare in particolare la debuttante Lucia Spadafora, una Gilda intensa, non falsamente ingenua, e Andrea De Stradis, Duca cinico, veramente perverso, che ha saputo inserire uno straniamento particolare nel personaggio, trasformando le sue "sparate" (del resto connotative) in una autentica esibizione virtuosistica al saxofono. segue

Sul versante del “Melodramma” è da segnalare l'ottimo sostegno sonoro e concertante dei Virtuosi dell'Orchestra delle Terre Verdiane, diretti da quell'incredibile concertatore e strumentatore che è Stefano Giaroli, mentre tutti i cantanti, a partire da quello specialista riconosciuto del personaggio Rigoletto, Marzio Giossi, hanno saputo, oltre che mantenere una solidità armonica ed enunciativa dei propri ruoli, creare, letteralmente, un "teatro di corpo": senza scenografia, costumi e coro hanno fatto... tutto e di più. I loro colleghi attori erano ammirati e sono stati i primi ad acclamarli: Scilla Cristiano (Gilda), Giuseppe Michelangelo Infantino (Duca) e Claudia Marchi (Maddalena) personaggi principali e "fissi", quindi altamente caratterizzati sia vocalmente che attorialmente, mentre il valoroso Massimiliano Catellani ha giocato sul proprio straniamento, prendendo su di sé le parti estremamente diverse e contrastanti dello sfortunato Monterone e del cinico Sparafucile. Una vera sorpresa, in tutti i sensi è il giovanissimo mezzosoprano Anna Geremia, allieva di Claudia Marchi (e da lei proposta) che ha debuttato professionalmente, iniziando la carriera sulle nostre scene e interpretando diversi personaggi, collaterali ma necessari. In conclusione, anche non citando specificatamente il caloroso plauso di un pubblico, non numeroso, ahimè, ma variegato, si è potuto assistere ad un esperimento teatrale-didattico di tutto rispetto. (nelle foto, Matzio Giossi, Paolo Dall'Olio e Claudia Marchi)