Studi e ricerche sui dialetti locali, seminari, convegni e corsi di aggiornamento realizzati anche in collaborazione con università, centri di ricerca, associazioni culturali ed esperti. Sono venti le iniziative finanziate dalla Regione Emilia-Romagna con un bando per la salvaguardia e la valorizzazione delle lingue locali. La Giunta regionale ha valutato 44 progetti pervenuti, selezionandone venti che riceveranno complessivamente 100 mila euro. segue
“I dialetti sono da considerare delle vere e proprie lingue locali che fanno parte del patrimonio storico, civile e culturale regionale- spiega l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori (nella foto) -. Vogliamo salvaguardarli con progetti che coinvolgano anche i giovani, che nello scambio con gli anziani possono assorbire, oltre a una parlata antica, anche la memoria di una identità profonda. Occorre un impegno collettivo di comuni, istituti e associazioni culturali per salvaguardare i dialetti, con le loro mille sfumature, registrando le testimonianze degli anziani, che diventano anche preziose per i loro contenuti di memoria. E’ un impegno urgente. Così come spetta alle istituzioni organizzare in modo sempre più aggiornato tutti i materiali raccolti e renderli disponibili in rete”.
Il bando prevedeva come destinatari dei contributi Comuni, Unioni comunali, Provincee Città metropolitana, associazioni culturali e organizzazioni con sede in Emilia-Romagna iscritte al Registro unico nazionale del Terzo Settore e altri soggetti che senza scopo di lucro perseguano nel territorio scopi di natura culturale. I progetti, finanziati dalla Regione riguardano filoni di attività molto vari: dalle raccolte di testimonianze sonore dei parlanti più anziani in dialogo con i più giovani ai corsi di dialetto nelle scuole e nelle biblioteche, dalla promozione della tradizione canora dialettale alla trasposizione della musica folk americana in lingua locale, fino alla pubblicazione di video, podcast, volumi su carta e contenuti su web. Per quanto riguarda la titolarità dei soggetti ammessi al finanziamento 11 richieste provengono da associazioni, fondazioni e istituzioni senza fini di lucro, 5 da Comuni e Unioni, 4 da soggetti privati senza fini di lucro. La suddivisione territoriale delle provenienze vede in testa la provincia di Bologna (con 5 richieste), seguita da quelle di Rimini (4 richieste); Parma e Ravenna (3 richieste ciascuna); Ferrara e Reggio Emilia (2 richieste); Piacenza (1 richiesta). I contributi, concessi in misura non superiore all’80 per cento dell’importo delle spese ritenute ammissibili, non possono comunque essere superiori a 8 mila euro. On line la graduatoria completa, con l’indicazione dei progetti vincitori e dei contributi assegnati.