I circoli giovanili storici carpigiani: 2 - il Kalinka

Nella geografia dei circoli giovanili carpigiani storici se il Tuwat aveva lo sguardo rivolto a Berlino, il Kalinka guardava direttamente a Est. Lo si può intuire facilmente dal nome, riferito alla canzone russa più popolare di tutti i tempi, quella che basta nominare per immaginarsi dei cosacchi ballare mentre il Coro dell'Armata Rossa la intona. Il Kalinka aprì i battenti il 5 ottobre 1987 in via Torino, nella sede di una casa del popolo pronta a essere smantellata. Un gruppo molto attivo di tesserati alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (Fgci) di Carpi scelse quel posto come luogo di aggregazione giovanile, raccogliendo le firme e presentandole al Partito Comunista, il cui segretario all'epoca era Demos Malavasi. E il Pci acconsentì. I ragazzi (fra cui il presidente Stefano Vaccari e i consiglieri Enrico Campedelli, Lorenzo Paluan, Vanni Bellelli, Margherita Manzini, Elisa Bergonzini, Marco Torricelli e Daniela Malagoli) usarono arredi dismessi e dovettero faticare parecchio per metterlo a norma. Nel primo decennio l'esperienza venne supportata dal Partito comunista, ma col tempo: «... il circolo attirò sempre più persone – come sottolinea Enrico Campedelli - : potevi entrare anche se non avevi la felpa della Best Company, così come non era necessaria nemmeno una precisa appartenenza politica». Il circolo si sorreggeva sul volontariato che gestiva tutto: dalle aperture all'organizzazione delle attività fino alle pulizie. Inizialmente teneva aperto alcuni giorni alla settimana, mettendo a disposizione gratuitamente giochi di società, libri e soprattutto moltissime guide turistiche e tanti materiali informativi richiesti alle ambasciate di vari Stati.

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