Il David firmato dallo staff del novese Nicola Salvioli sarà all'Expo di Dubai

E' firmata dal laboratorio del novese Nicola Salvioli la riproduzione in scala 1 a 1 del David di Michelangelo destinata al padiglione italiano dell’Expo di Dubai che inizierà il primo ottobre e proseguirà fino a marzo 2022. La notizia del recente trasferimento dell'opera dal grande palazzo trecentesco, in Borgo degli Albizi 15 nel cuore di Firenze dove il restauratore novese lavora da anni, con destinazione Dubai passando per Milano è rimbalzata dalla stampa locale ai quotidiani nazionali e internazionali. Questo trasporto eccezionale ha suscitato curiosità e orgoglio non soltanto per la mole imponente dell'opera che, pesando 400 chili ed essendo alta 5 metri e 14 centimetri, ha richiesto per la sua movimentazione l'intervento di una gru, un camion e persino un elicottero, ma soprattutto per il metodo innovativo con cui è stata creata: per la sua realizzazione è stato necessario infatti integrare capacità tecnologiche e artigianali. Il progetto è stato promosso dal Commissariato per la partecipazione dell’Italia a Expo Dubai, dal Museo della Galleria dell’Accademia di Firenze e dal Ministero della Cultura in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze ed era finalizzato all'esposizione universale che doveva tenersi per la prima volta nel Medio Oriente a fine 2020 ma che, a causa della pandemia, è slittata a quest'anno. Perciò la prima fase della riproduzione della celebre scultura di Michelangelo è iniziata soltanto in dicembre tramite la scansione tridimensionale curata dall'indirizzo dell'Università di Firenze che si occupa di geomatica, una disciplina che grazie alle nuove tecnologie riesce a elaborare informazioni georeferenziate all'interno di un particolare sistema di riferimento. La scansione così ottenuta è stata di una precisione elevatissima in grado di registrare ogni dettaglio nei minimi particolari, dai segni di scalpello alle piccole imperfezioni fino alle tracce di erosione del marmo. Da questo primo file opportunamente rielaborato, con la stampa 3D sono stati ottenuti 14 pezzi che il team di Nicola Salvioli ha poi provveduto ad assemblare.

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