Il violoncellista Mattia Cipolli domenica al Campo di Fossoli: ''Dostoevskij nella contemporaneità''

Il testo più famoso di Dostoevskij rivivrà al campo di Fossoli fra polifonia del XVI secolo ed esperimenti elettro-acustici per tornare a interrogarci su principi etici fondamentali come la libertà e il suo peso, il potere, l’amore, parole che hanno fatto vacillare interi sistemi filosofici e politici. Questo è ciò che succederà domenica 2 ottobre alle ore 18,30 presso il Campo di Fossoli, dove si terrà il reading musicale “Il Grande Inquisitore”. Il testo è tratto da uno dei capitoli più famosi del capolavoro letterario di Fedor Dostoevskij, ovvero “I fratelli Karamazov”, in cui lo scrittore russo racconta di Cristo che fa ritorno sulla Terra, ma viene incarcerato e processato dalla Santa Inquisizione. La voce recitante sarà quella di Emidio Clementi (scrittore, musicista e voce dei Massimo Volume) con l’accompagnamento del chitarrista e compositore elettroacustico Stefano Pilia (che oltre a progetti come solista ha suonato con i Massimo Volume e gli Afterhours) e dell’Ensemble Concordanze, un originale gruppo che porta la musica classica dove di solito non arriva, come nelle carceri, negli istituti di cura del disagio psichico, negli ospedali, nelle scuole di italiano per migranti. Abbiamo chiesto di anticipare qualche dettaglio in più a uno dei fondatori dell’Ensemble: il violoncellista Mattia Cipolli.

 

Com’è nata l’idea di questo reading?

«Lo spirito del nostro ensemble è quello di portare la musica classica al di fuori dei luoghi predisposti per andare “nel mezzo della società” e stare al passo con i tempi. Ciò significa aprirci alla parola e alla musica contemporanea e, dato che nel 2021 ricorrevano i 200 anni dalla nascita di Dostoevskij, abbiamo deciso di preparare un omaggio per ricordarlo. Ne abbiamo parlato prima di tutto con Stefano Pilia, con il quale abbiamo una collaborazione di lungo corso (nel suo ultimo album da solista siamo stati coinvolti come esecutori) e con Emidio Clementi con cui Stefano ha suonato»

 

Come avete lavorato per comporre la musica?

«Siamo stati molto rigorosi, senza esasperare la drammaticità né pitturare troppo. Siamo partiti da un mottetto di Tomas Luis de Victoria, il più grande compositore di contrappuntistica. Lo abbiamo scelto perché è contemporaneo all’epoca in cui viene ambientato il racconto, inoltre ci sembrava in sintonia con lo spirito del testo trattandosi di una musica sacra fatta di contrasti. In particolare eseguiremo un brano specifico con violino, violoncello, chitarra e sintetizzatori modulari e lo correderemo con melodie originali ma comunque a esso ispirate. Ogni singola nota è derivata dalla composizione di de Victoria ed è coerente con essa»

 

Perché ci  tenevate a eseguire il reading al Campo di Fossoli?

«Pur non essendo direttamente attinenti al tema dell'olocausto, sia il testo che la musica toccano i punti più delicati della nostra cultura e del nostro pensiero occidentale. Il racconto rimane ambiguo, non si capisce chi siano i buoni e i cattivi e fino alla fine non si riesce nemmeno a capire da che parte stia lo scrittore. L'episodio ci pensare, ponendoci molte domande. Allo stesso modo anche il Campo di Fossoli è un luogo che ci interroga e che mette in discussione i nostri parametri, i nostri pilastri etici fino a sbriciolarli».

 

Lo spettacolo è stato promosso dalla Fondazione Fossoli con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e il sostegno dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della rassegna “Tramonto a Fossoli”.

L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria, inviando una mail a info@fondazionefossoli.it.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.fondazionefossoli.org.