Inaugurata la mostra di Emilio Isgrò ''Sillogismo del Cavallo'': cancellare i testi, per trarne altri significati

“Ha giocate con le parole tutta la vita e il cavallo rispecchia un gioco circolare di riflessione e di ragionamento deduttivo, la circolarità stessa del linguaggio» ha spiegato Chiara Gatti – che con Marco Bazzini ha curato il catalogo edito da Franco Cosimo Panini – al pubblico numeroso intervenuto ieri sera all'inaugurazione della mostra "Emilio Isgrò, sillogismo del cavallo”, proposta dai Musei di Palazzo Pio diretti da Manuela Rossi nel contesto dell'edizione in corso di FestivalFilosofia dedicata alla Parola. Sono quarantasette le opere esposte, realizzate intervenendo su testi e altri materiali a stampa, esaltando di conseguenza le parole sopravvissute alla cancellazione che acquistano nuovi significati. Si tratta di opere tutte attinenti alla filosofia, di un artista “...che cancellando le parole – ha sottolineato Gatti – costruisce uno spazio nascosto, un luogo ideale tutto da indagare”. segue

L'allestimento nelle logge del piano nobile del Palazzo dei Pio propone, sempre sul filo della filosofia, ampi scorci della produzione dell'artista, con cancellazioni da testi di Platone, Aristotele, Archimede, Eraclito, e con il Sillogismo del Cavallo, appunto, il lavoro ideato da Isgrò per l'occasione. Si chiude con le opere legate alla filosofia moderna, dove le cancellazioni riguardano questa volta Hegel, Sartre e Benedetto Croce. Una sezione raccoglie le Conclusiones cancellate di Pico della Mirandola: e non poteva essere che così, trattandosi del pensatore la cui  sorella, Caterina Pico, generò Alberto III Pio, il Principe che più ha legato il proprio nome all'impronta rinascimentale di Carpi. “Quando parlo di Carpi – ha detto l'86enne artista siciliano – mi dicono che è una città distante, e invece è vicina a tutti per i valori che esprime. Del resto – ha aggiunto – non ci sono più periferie né centri». Si è soffermato poi sulla propria visione dell'artista, sottolineando che esserlo non può mai dipendere dalla ricerca del successo, ma è prima di tutto una scelta di vita legata al bisogno di esprimere se stessi. Quanto all'arte, ne ha sottolineato il valore universale, la sua essenza che è basata sugli scambi, perché “...abbiamo una grande storia alle spalle, ma non dobbiamo sottovalutare quella degli altri”. E ha concluso: “Questa non è la mostra di un mostro, ma di un uomo, e tra esseri umani ci si capisce sempre, nella libertà e nell'amore". In precedenza, oltre alla direttrice dei Musei, Manuela Rossi, coordinatrice della rassegna e fra gli artefici dell'allestimento, erano intervenuti Marco Bazzini (“Se lui non avesse elevato la cancellatura al rango di un vero e proprio linguaggio artistico sarebbe rimasta là dove molti continuano a collocarla”), l'assessore alla Cultura, Davide Dalle Ave e il sindaco Alberto Bellelli che, nel suo saluto, non ha mancato di ricordare come il sillogismo sia logica, linguaggio, discorso, quello che le disintermediazioni di oggi, in tutti gli ambiti, tendono a cancellare. Appunto. La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre prossimo.