Dalle mani di Gloria Forghieri una seconda vita per i burattini

Lei ci sarà, con le sue lunghe trecce canute e gli occhi grandi da bambina lei, la carpigiana Gloria Forghieri di Alma Atelier, ci sarà, sabato 23 aprile prossimo, al laboratorio didattico di restauro dei burattini appartenenti al “Teatro Nazionale delle Teste di Legno”, cuore portante della rassegna “Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita” allestita presso il complesso San Paolo dai Musei Civici di Modena e visitabile dallo scorso mese di dicembre. E lei sarà lì, per tutta la giornata, ad accogliere chiunque desideri tornare un poco bambino e ammirare da vicino questi burattini secolari, degradati dai tantissimi anni trascorsi nel buio di un solaio, riprendere vita grazie alle sue sapienti mani di restauratrice.

 

«In totale sono ventiquattro burattini – spiega Gloria Forghieri – di cui quindici posizionati sul palcoscenico per rispecchiare fedelmente la fotografia fatta a suo tempo dal loro creatore, l’artista Umberto Tirelli. Dei restanti, solo tre sono rimasti da restaurare: l’attore Emilio Zago, l’attrice Tina di Lorenzo e l’anarchico Errico Malatesta. Così è stato deciso di farlo ora con un laboratorio didattico aperto al pubblico per dare la possibilità a tutti di assistere di persona al mio restauro». Realizzati in cartapesta, con acconciature di capelli veri, abiti di alto livello sartoriale per i tessuti e gli accessori impiegati, questi burattini raffigurano le caricature dei maggiori personaggi del jet-set italiano di fine Otto e primo Novecento. Poiché hanno subito vari attacchi di insetti, il primo passo da fare è stato quello di togliere tutte le larve, una ad una, con delle apposite pinzette perché, come spiega Forghieri, «...non c’è altro modo per toglierli e poi i capi vengono passati con un aspiratore a bassa potenza per eliminare le scorie rimanenti. In seguito vengono lavati ma solo dopo aver fatto le prove di tenuta colore, o con solo acqua o con acqua e solvente organico. Segue la vaporizzazione per ammorbidire il tessuto ma prima li riposiziono creando una struttura tridimensionale, una imbottitura, per potere distendere le forme degli abiti».

 

Ed eccoli i buchi dell’abito di Malatesta che inquietano molto lo spettatore come pure i volti di cartapesta segnati o schiacciati, le ciocche dei capelli che si staccano, le cuciture da rifare tutte a mano con l’apposito ago ricurvo. Insomma una miriade di problematiche che lei affronta con molta calma e grande professionalità: «Tutti gli interventi vanno fatti in modo non invasivo ma conservativo ed estetico, bisogna scegliere i materiali giusti che devono essere riconoscibili ma non fastidiosi perché se in futuro ci saranno modalità di restauro innovative quello che io ho fatto oggi, un domani si potrà togliere e rifare in modo migliore. Per questi motivi non uso assolutamente la colla perché, la colla, è uno strumento irreversibile». Gloria Forghieri ha iniziato questa professione di restauratrice nel 1994 dopo aver frequentato, nei due anni precedenti, il corso di restauro organizzato dal Museo Civico di Modena con i più importanti insegnanti e storici del tessuto per la famosissima collezione tessile del conte Luigi Alberto Gandini tuttora esposta. Se, a far nascere questo teatro caricaturale, unico nel suo genere, animato da burattini di grandi dimensioni è stato l’artista Umberto Tirelli nel 1921, a ridare loro nuova vita cent'anni dopo è stata proprio lei, Gloria Forghieri che il 23 aprile prossimo, proprio due giorni prima della chiusura della mostra, sarà a disposizione del pubblico per condividere questo importante lavoro di recupero.