Prima e seconda Repubblica allo specchio, nel contesto della consegna del Premio Fernando Manzotti

Si parla di Prima e Seconda Repubblica, ma è una terminologia impropria, perché non c'è stata alcuna trasformazione istituzionale che la giustifichi, una volta falliti i tentativi della Bicamerale e di Matteo Renzi. Il vero passaggio della “Lunga e irrisolta transizione. Dalla prima alla seconda Repubblica e oltre” – titolo della lezione tenuta da Sandro Rogari, docente di Storia contemporanea all'Università di Firenze, in occasione della consegna del Premio intitolato a Fernando Manzotti avvenuta sabato scorso a Correggio – è stato scandito dal dissolversi delle culture politiche che, fino ai primi anni Novanta, avevano retto il sistema dei partiti alla base dell'ordinamento istituzionale. E questo per ragioni che vanno da Tangentopoli all'enorme sforzo finanziario richiesto da Maastricht, con l'ingresso nell'euro, e alle politiche deflattive che hanno tolto ai vecchi partiti ingenti risorse per catturare il consenso e, semplificando, “comprare voti”. In particolare Tangentopoli creò quel clima di contrapposizione tra una società civile presunta “pura” e incontaminata e una classe politica corrotta che è stata il brodo di coltura che ha favorito le formazioni populiste e leaderistiche di oggi.

 

Prima della lezione di Rogari, cui è seguita una comunicazione del docente di Filosofia teoretica alla Iulm di Milano, Riccardo Manzotti, sulle neuroscienze, erano stati Viviana Cattaneo, dirigente del liceo Rinaldo Corso promotore del Premio insieme all'associazione Alumni, e Andrea Manzotti, figlio dello studioso cui il Premio è intitolato, a illustrare le origini e le finalità dell'iniziativa, giunta alla sua seconda edizione. Dopo aver ricordato gli studi e le pubblicazioni del padre Fernando, passato dalla docenza ai licei Fanti di Carpi e Corso di Correggio alla cattedra di Storia moderna e contemporanea all'Università di Bologna e poi a quella di Storia dei partiti all'Università di Firenze, Andrea Manzotti ha sottolineato come intento del Premio sia quello di promuovere gli studi a sfondo storico filosofico, ma sempre legati alla contemporaneità, nella scia degli interessi scientifici paterni. Il Premio, che quest'anno coincide con i cento trascorsi dalla nascita di Fernando Manzotti, è stato conferito alla studentessa Carlotta Benatti di Novellara per la sua tesi su “Panoramica del terrorismo in Italia”. La cerimonia di consegna, avvenuta davanti a un folto pubblico composto anche da numerosi studenti del liceo Corso, ha potuto avvalersi del sostegno economico di Parmaporte di Fidenza, gruppo industriale che ha acquisito il ramo d'azienda Cormo di San Martino in Rio, in liquidazione, e che ha saputo crescere e rafforzarsi negli anni recenti in un settore maturo, ma che richiede continue innovazioni di processo e di prodotto con tecnologie digitali sempre più avanzate. (nella foto principale, Carlotta Benatti, la studentessa premiata, insieme ad Andrea Manzotti, a sinistra, e Sandro Rogari. Nelle altre foto, la Dirignte del liceo Corso, Viviana Cattaneo, e il professor Riccardo Manzotti)