Riccò secondo classificato al Premio Tanzella per il libro sui profughi dalmati e istriani a Fossoli

Il carpigiano Roberto Riccò, bancario in pensione e appassionato cultore delle memorie storiche – è autore anche di uno studio sui moti antinapoleonici nella Bassa modenese –, si è classificato al secondo posto della 18esima edizione del Premio letterario “Generale Loris Tanzella”. Il premio è promosso dal Comitato provinciale di Verona dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia allo scopo di tenere desta, attraverso la segnalazione di opere poetiche, letterarie o saggistiche, l'attenzione sulla causa giuliano dalmata e sulla difesa dei diritti storici e morali delle popolazioni di Fiume, dell'Istria e della Dalmazia: tutto questo nel nome dell'alto ufficiale che dedicò la sua intera esistenza a questa missione.

Il lavoro con il quale Riccò ha concorso per la sezione “ricerche” è “Quegli strani italiani del villaggio San Marco di Fossoli” (Modena 2019, 192 pagine, 12 euro) e approfondisce la “quarta storia” dell'ex campo di via Remesina, quella seguita al suo utilizzo come campo di prigionia, poi come campo di transito vero i lager nazisti e poi ancora come sede di Nomadelfia. E' la vicenda dei profughi giuliani, dalmati e istriani (che i Carpigiani chiamavano genericamente “Triestini”) che vi furono ospitati dal 1954 al 1970 e che Riccò ha ripercorsa, prima analizzando a fondo le origini della “pulizia etnica” alle quali si abbandonarono le autorità jugoslave nel regolare i conti con il dominio fascista, identificando tout-court gli Italiani originari di quelle terre con il regime; e poi riferendo della nuova sistemazione nel campo ribattezzato San Marco, con le difficoltà incontrate in un lembo di terra emiliana che prima di tutto li considerava degli oppositori al regime comunista di Tito e dunque contrari all'ideologia e ai sentimenti politici prevalenti. (foto tratta dal settimanale Notizie che ringraziamo).