L’“accessibilità” è la pratica attraverso la quale le città diventano “amiche” e inclusive sotto tutti i punti di vista. Per questo le politiche per l’accessibilità urbana debbono rappresentare un’azione integrata e non una semplice azione parallela ai progetti per l’ambiente, la società, l’economia e il territorio. È il concetto – ribadito da Carlo Peraboni nella Prefazione – che ha guidato il progetto di ricerca della carpigiana Stefania Campioli, architetto e assegnista di ricerca presso il Politecnico di Milano, pubblicato ora con il titolo “Città inclusiva e senza limiti. Progettare luoghi per le persone nella città contemporanea” (Maggioli editore, 259 pagine, 30 euro). Nota anche per il suo impegno politico – alle ultime amministrative è risultata la più votata fra i candidati del Pd al Consiglio comunale – Campioli è un’esperta nel campo delle metodologie imperniate sul fattore umano da applicare all’urbanistica, avendo fra l’altro preso parte nel 2018 al master internazionale “Tools for change” promosso dallo studio Gehl Architectcs e, nel 2019, alla conferenza internazionale “Changing Cities: spatial, design, landscape&socioeconomic dimen- sions” sulle nuove sfide che riguardano le città e il loro futuro.
15 Ottobre 2020
Una ricerca dell'architetto Stefania Campioli
Una città amica è quella progettata per includere tutti
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