Aumenti del gas. De Battisti (Aimag): ''Un problema anche per noi''

«Possiamo farci ben poco, essendo noi semplicemente dei soggetti passanti: se dobbiamo comprare alto, siamo costretti a rivendere alto». Così Davide De Battisti, direttore generale di Aimag (nella foto), commenta la notizia del più che prevedibile aumento della bolletta elettrica e del gas a partire dall'imminente periodo autunnale, calcolato in un 40 per cento. E dopo che già nel terzo trimestre di quest'anno si era registrato un incremento del 15,3 per cento per il gas e del 9,9 per cento per l'elettricità, contenuto solo grazie a 1,2 miliardi di euro investiti dal Governo per la riduzione degli oneri generali, senza il quale la “stangata” temuta per i prossimi mesi si sarebbe già verificata. «Direi anzi – aggiunge sempre De Battisti – che per noi si profila una fatica in più: un rincaro della bolletta complicherà la gestione di numerosi nostri utenti e l'esposizione al credito, per l'azienda, rischia di peggiorare». E ci fa subito capire, il Direttore generale, che ogni ragionamento su scorte immagazzinabili per far fronte proprio a questi sbalzi è fuori luogo per una realtà come Aimag: «Non siamo certo noi i primi stoccatori del gas naturale, ma giganti come Snam, Gas de France, Gazprom. C'era anche un grosso stoccaggio olandese che si è bloccato e non immette più sul mercato le quantità che servirebbero. Le ragioni della situazione che si è creata – aggiunge De Battisti – sono molteplici. Una, rilevante, dipende dalla scelta della Russia di indirizzare altrove i flussi principali, ma al fondo c'è un forte incremento della domanda, dovuta alla generale ripresa produttiva. Staremo a vedere anche che cosa deciderà il Governo, visto che l'incidenza degli oneri fiscali sul metro cubo di gas si aggira all'incirca sul 40 per cento. Per il resto – conclude il Direttore – capiamo lo sforzo che dovranno affrontare le famiglie: fra gas e luce, una media di 500 euro in più su base annua si traduce in qualche decina di euro in più che ogni mese andranno a gravare sul bilancio familiare» (continua a leggere).

 

E si capisce come, non essendo al momento competitive le energie rinnovabili, le fonti energetiche tradizionali siano tornate a rappresentare un problema di portata planetaria, capace di condizionare la geopolitica e le scelte delle grandi potenze, come i conti delle singole famiglie. Tutto sta dunque in quel che sceglierà di fare il Governo: in fondo, un aumento così robusto della bolletta energetica, spesa indispensabile, rischia – se non viene contenuto dall'alto – di drenare in una sola direzione risorse che verrebbero così sottratte a un'infinità di altri consumi. E ne soffrirebbe l'intera economia.