Commenti sull'indagine Federconsumatori: pessimismo fuori tempo per Carpi

Ma non si starà un po’ esagerando con questa definizione di “crollo” appiccicata alla situazione reddituale 2021 dei Carpigiani rispetto al 2016, dopo la pubblicazione dell’"Analisi dei redditi” in provincia di Modena edita da Federconsumatori? E sull’insistenza circa l’essere precipitato il distretto carpigiano nella zona bassa della graduatoria provinciale dei redditi, vale a dire la Bassa e l’area montana? E’ un po’ l’umore che pervade certi titoli di giornale, dopo che è stata resa nota la importante indagine dell’associazione legata alla Cgil. Ma certe considerazioni – non degli autori, sia ben chiaro, bensì dei commentatori – avrebbero forse avuto senso su un arco temporale più esteso, non come valutazione di una tendenza calcolata sull’ultimo quinquennio. Basti dire, per fare un esempio rapportato all’andamento generale dell’economia cittadina, che solo gli occupati nel tessile del distretto carpigiano erano 13 mila 500 nel 1990, poco più di 5 mila nel 2017 (dati dell’Osservatorio 2018) e dovrebbero essere sotto i 3 mila oggi. Su questa scala sì, che si sarebbe autorizzati a parlare di crolli o cadute a precipizio. Dei quali non si vedono le ragioni anche quando si consideri che l’indagine prende in considerazione solo i redditi dei lavoratori dipendenti (quest’anno c’è la novità anche dei pensionati) che si sono rivolti al Caf della Cgil per presentare la loro dichiarazione dei redditi: e si valuti che, sempre secondo l’Osservatorio del 2018, il 44 per cento delle imprese del principale settore produttivo di Carpi sono costituite da lavoratori autonomi. E poi: c’è davvero un abisso tra i mille euro di reddito pro capite perduti a Carpi dal 2016 al 2021 (da 18 mila 853 a 17 mila 836) rispetto ai 900 in meno registrati nel Comune di Modena? E ai 700 dell’area di Sassuolo o di quella di Castelfranco? Era quinta, Carpi, nel 2016 sulle sette aree geografiche in cui l’indagine divide la provincia e quinta rimane nel 2021, diminuendo solo il vantaggio che la separava dall’area di Mirandola dai 1.439 euro del 2016 ai 390 dello scorso anno. Qui ha ragione Federconsumatori a sostenere che è un effetto del buon andamento del biomedicale, almeno se rientra in quel settore gomma-plastica al quale nel quinquennio considerato l’indagine attribuisce un salto di reddito medio pro capite di 1.400 euro, contro una perdita di quasi 2 mila euro per gli addetti del tessile. Ma chi dice che non dipenda dal fatto che nel biomedicale i dipendenti sono molti di più degli autonomi, categoria non percepita da Federconsumatori e spesso molto più gratificata?

(segue)

 

Con tutto questo non si vuole certo negare la criticità della specifica situazione di Carpi. Questo giornale l’ha richiamata per tanti degli aspetti evidenziati per tutta la provincia anche da Federconsumatori, a partire dalla crisi demografica e dal dilagare del lavoro precario, per finire con il quadro complessivo di un'economia locale che non lascia intravedere al momento innovazioni, svolte, aziende o personalità trainanti. Ma nei termini cronologici di appena un quinquennio e in quelli sociali dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, fare di Carpi un “caso” meritevole di tanto pessimismo appare decisamente fuori luogo.