Condono sanzioni e interessi sulle cartelle fino a mille euro: chi l'ha rifiutato, come Carpi, e chi no

Nel votare no a larga maggioranza, con il solo voto contrario di Lega e Fratelli d'Italia, allo stralcio (leggi: condono) delle sanzioni e degli interessi sulle cartelle esattoriali fino a mille euro, per lo più contravvenzioni o imposte di affissione non pagate, per gli anni dal 2000 al 2015, il Consiglio comunale di Carpi non è cero isolato nel Paese. Per Carpi si è trattato di tenersi stretta una cifra tutto sommato contenuta (80 mila euro), ma un grande centro urbano come Roma, che ha preso la stessa decisione, gli importi sono molto elevati e rinunciarvi avrebbe comportato grossi problemi di bilancio. Tant'è che molti altri Comuni anche amministrati dal centrodestra – Palermo, Messina, Terni, per fare solo qualche esempio – hanno attuato la stessa scelta di Carpi, pur con qualche mal di pancia delle maggioranze Lega-Fratelli d'Italia che li governano. La rinuncia alla rottamazione, sia pure relativa alle sole sanzioni e gli interessi e riservata agli insoluti nei confronti dell'Agenzia delle Entrate, stando a diverse dichiarazioni di Sindaci apparse sui giornali non è stata considerata solo ai fini degli equilibri di bilancio, ma soprattutto, come ribadito anche dall'assessore Mariella Lugli durante il recente dibattito consiliare, una prova di giustizia fiscale nei confronti di chi le tasse le paga regolarmente. L'Associazione nazionale del Comuni italiani (Anci) dal canto suo non ha nascosto le perplessità sulla normativa, e sta insistendo perché, in sede di conversione in legge del Dl “milleproroghe”, la “rottamazione” prevista dalla legge di Bilancio per i soli carichi affidati all’Agenzia delle Entrate, sempre con la possibilità dei Comuni di opporvisi per rientrare almeno delle sanzioni e degli interessi, venga estesa anche alle altre forme di pagamento adottate da moltissimi Comuni.

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