E, rispetto all'anno scorso, sono i Discount ad aver ritoccato maggiormente all'in su i prezzi di vendita

Indagine Federconsumatori sul carrello della spesa: Carpi ancora 'risparmiosa', Mirandola maglia nera

Carpi e le Terre d'Argine ancora più "risparmiose" sul carrello della spesa mentre l'Area nord e Mirandola conquistano inopinatamente la maglia nera di Comuni più cari rispetto alla media provinciale arrivando ad insidiare Pavullo e il Frignano, storicamente e geograficamente più svantaggiate sul fronte dei prezzi dei generi di prima necessità per le famiglie. È questa la prima sorpresa che scaturisce dai dati resi noti oggi da Federconsumatori nella sua annuale indagine sui prezzi praticati dalle catene della grande distribuzione in provincia di Modena. L'altra sorprese è data dal raffronto tra i prezzi dell'ultima rilevazione (luglio 2022) con quelli della precedente (luglio 2021): il dato ufficiale dell'inflazione a Modena e provincia (più del 12 per cento) viene confermato per quanto riguarda i prodotti di marca ma viene addirittura superato se si considerano i prodotti commercializzati dai discount che tradizionalmente servono una fascia di clientela con disponibilità economica medio bassa. Finisce quindi che l'ondata inflattiva va a pesare di più sul carrello della spesa di questa fascia "debole" di cittadini rispetto a quella media e medio alta che pure deve sopportare un carico inflattivo pesante.

"Non è del tutto certificata l'impressione dei consumatori circa gli aumenti generalizzati lamentati da più parte - puntualizza Marzio Govoni, presidente di Federconsumatori Modena -. Pur in un quadro inflattivo che non ha paragoni negli anni precedenti, abbiamo constatato che nei supermercati i prezzi dei prodotti di marca non sono aumentati eccessivamente. Ritocchi consistenti invece sui prodotti a marchio delle catene della grande distribuzione e su quelli di primo prezzo nei discount il che è grave considerato che il carrello della spesa pesa circa il 50 per cento del totale della spesa pro-capite dei modenesi". "I prezzi dei prodotti alimentari - aggiunge a sua volta Sandro Dima che, assieme a Pamela Bussetti, ha elaborato i dati dell'indagine - sono aumentati mentre gli acquisti dei modenesi si sono contratti, il che è verificabile nei bilanci dei produttori: sono aumentati i ricavi complessivi pur in presenza di minori quantità di prodotti venduti".

 

C'è poi - nell'osservatorio dei prezzi di Federconsumatori - anche una sorta di "classifica" tra aree geografiche e tra catene distributive: "vince" per il secondo anno consecutivo l'area dell'Unione Terre d'Argine che complessivamente ha tenuto sul fronte dei prezzi "complice - ammette Govoni - di una più articolata presenza di operatori, anche se poi sui social i carpigiani si sono lamentati della proliferazione di supermercati e grandi magazzini in città. "Vince" anche, a livello provinciale, il gruppo Conad che si classifica dopo parecchio tempo ai vertici della classifica; probabilmente ha saputo meglio riposizionarsi sul fronte dei prezzi rispetto ad altre catene come Esselunga e Coop Estense". Decisamente penalizzata l'Area nord con Mirandola che, pur disponendo di diversi supermercati, registra un sostanziale livellamento dei prezzi in negativo. Infine, dopo il lockdown, in calo il fenomeno della "spesa a domicilio" sia a causa dei maggiori costi medi praticati sia per una minore scelta disponibile da catalogo che premia invece l'acquisto diretto in supermercato o all'iper.

(Nella foto: da sinistra, Marzio Govoni e Sandro Dima presentano i dati dell'osservatorio prezzi Federconsumatori)