Pelatti (Fiom-Cgil): nella metalmeccanica, un po' di equilibrio dopo la tempesta

I “padroni” si chiamano “titolari”; i “conflitti” diventano “confronti”, anche se qualche “scioperino” magari diventa inevitabile. È il lessico della nuova generazione,  concreta, pratica e deideologizzata di sindacalisti che sta crescendo nella Cgil. La volta scorsa abbiamo esplorato il settore tessile con Giacomo Martinelli, 25enne,  laurea in Economia e Commercio, indirizzo management, a capo della  Filctem Cgil. Ma è uno di loro anche Manuele Pelatti, responsabile di zona Terre d’Argine della Fiom Cgil: 41 anni, diplomato al Vallauri, operaio specializzato in distacco sindacale dalla Angelo Po dal 2019, è membro della segreteria provinciale Fiom. È a lui che ci affidiamo per un quadro del settore metalmeccanico. 

Quanti sono attualmente i  lavoratori e le aziende nelle  Terre d’Argine? 

«Un’indagine svolta di recente ne ha calcolati 3 mila 800. E quattrocento sono le aziende» 

Quasi come gli addetti del  tessile-abbigliamento che,  secondo l’ultimo Osservatorio,  ammontano a 4 mila 171: ma è  un dato riferito al 2021. E quanti  ne conta la Fiom? 

«Gli iscritti sono 1.400: siamo  presenti nelle 23 Rsu delle imprese  a contrattazione diretta. E contiamo su 67 delegati in un’altra ventina dove si fanno invece accordi  aziendali. Tra la fine  del 2021 e i primi  mesi di quest’anno abbiamo rinnovato undici contratti e sindacalizzato cinque aziende che non avevano sindacati dentro» 

Immaginando che quelle con Rsu siano le imprese di maggiori dimensioni, partiamo da queste. 

«L’elenco comprende la Tenneco di  proprietà di un fondo americano che l’ha acquisita dalla Federal Mogul e con poco meno di un centinaio di dipendenti. È interessante il caso della Zadi, del Gruppo Bruno, che  produce sistemi di sicurezza con chiave e fanaleria, soprattutto per moto: su 160 dipendenti, il 90 per cento sono donne, molte  assorbite dalle aziende tessili e dell’abbigliamento in sofferenza o chiuse. Il maggiore resta comunque il Gruppo Emmegi, con più di trecento addetti: si è espanso notevolmente, occupando diversi capannoni liberi a Limidi. Credo che il vertice aziendale stia pensando a una specie di Valley, un po’ come la Wam di Ponte Motta. È americana invece la Angelo Po, 160 dipendenti, venduta nel 2016  alla Marmon Food controllata dalla  Berkshire Hathaway del Gruppo Warren Buffet. Poi c’è la Goldoni Keestrack, che dopo le note vicende si è assestata sui 130 addetti. Un’altra realtà molto interessante è la Energica di Soliera: è un’azienda  giovane e dinamica che produce moto elettriche e che in pochi anni è passata da 20 a 130 dipendenti, con un’età media sotto i 25 anni» segue

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