In Hera si è scioperato per i dividendi ai privati a scapito dei servizi. Nomine in Aimag: davvero prefigurano il controllo di Bologna?

Nel dibattito riacceso di recente in campagna elettorale sul futuro di Aimag con l'opposizione ribadita dai candidati sindaci e dagli amministratori del centro destra a ogni ipotesi di incorporazione della multiutility in Hera, ci sta anche la notizia dello sciopero avvenuto questa mattina per iniziativa delle rispettive federazioni di Cgil, Cisl e Uil contro il colosso bolognese, culminato con un presidio della sede di via Berti Pichat. Il motivo, spiegato in un servizio apparso sabato scorso sul Corriere di Bologna, riguarda la gestione degli utili da parte di Hera. I dipendenti di tutti i territori serviti da Hera hanno in crociato le braccia per contestare, in sostanza, che gli extra profitti realizzati lo scorso anno si siano tradotti in extradividendi per gli azionisti (il 45 per cento i Comuni, il resto fondi privati) a discapito della qualità dei servizi e degli utenti, alle prese con bollette sempre più salate. L'azienda, spiegano i sindacati, continua a macinare utili record (245 milioni quello del consolidato nel 2023) che in giugno verranno distribuiti per l'85 per cento (209 milioni) ai soci privati e pubblici. Più nel dettaglio, 115 milioni andranno ai soci privati, fra i quali compaiono banche d'affari straniere con sedi legali in paradisi fiscali, e 94 milioni agli enti locali, con il Comune di Bologna a fare la parte del leone. A questa mobilitazione, Hera ha risposto ricordando gli impegni sui territori serviti: il valore economico distribuito all'indotto ammonta per il solo 2023 a 2,3 miliardi, con una crescita del 36 per cento, mentre per il quinquennio 2023-2027, si legge nella relazione distribuita ai socia, “il piano industriale prevede un volume di investimenti pari a 4,4 miliardi di euro per accompagnare i territori serviti verso la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile”. segue

 

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